M5s primo partito. E’ questo lo spauracchio che mobilita l’intero sistema politico a fare quelle cose che, nella loro miope concezione della politica, dovrebbe essere venduto come fumo negli occhi agli elettori il prossimo 25 maggio, giorno delle elezioni europee.
Tutti i sondaggi segnalano una escalation al rialzo nelle preferenze del M5s, il quale è ampiamente secondo. Ma, in queste situazioni circolano sempre all’interno dei partiti sondaggi ben più raffinati di quelli pubblicizzati e se questi segnalano un M5s in crescita, quelli lo daranno ormai a ridosso del Pd, se non sopra di esso, molto probabilmente perché Forza Italia si scioglierà come neve al sole, nonostante le professioni di ottimismo di Berlusconi e si suoi seguaci.
Ecco allora che è necessario fare riforme, decreti, in vista delle europee, per poter andare in giro a dire abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quello perché il motore dell’azione politica non è il bene comune, ma la propria convenienza.Con un M5s che continua a mietere consensi sarà dura relegarlo a fenomeno temporaneo oppure a tenerlo fuori dalle leve del potere.
E’ questo quello che spaventa Napolitano, il quale ieri ha convocato Renzi per fare il punto della situazione.Il Capo dello Stato ha sempre avuto un metodo per le riforme costituzionali ha voluto ascoltare il premier: le riforme vanno perseguite senza aut aut (il famoso «prendere o lasciare», così caro a Renzi), cercando il consenso più ampio ed evitando di minacciare ad ogni intoppo ritorsioni, apocalissi e perfino elezioni anticipate. Sarà un caso, ma dopo il colloquio Renzi si è detto possibilista sulla possibilità di modifica delle proposta di riforma del senato presentata dal governo.
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