Milano, scuola Primo Levi di Bollate – Anche tra 15enni, una rivalità troppo accesa potrebbe sfociare un tentato omicidio: è così che si sono svolti i fatti tra una bulla di Bollate e la vittima, una ragazzina ritenuta “colpevole” di aver rubato il fidanzatino alla compagna, che ha deciso di pestarla senza pietà. Anche mentre la vittima l’implorava di risparmiarla, perché i suoi problemi d’ipotensione l’avrebbero potuta uccidere, l’autrice del pestaggio ha continuato a picchiare. La bulla, peraltro, ha reso pubblici i propri atti tramite un video, nel quale tutta la scena è stata filmata da solo uno dei presenti, tra cui anche compagni maschi, che hanno assistito al pestaggio senza intervenire in aiuto della ragazzina picchiata. “Lei è più bella di me. Ma io so uccidere meglio“: così ha giustificato la violenza e così sembrava rispondere alle suppliche della giovane ragazza picchiata davanti ai presenti.
Una volta postato su Facebook, il video ha girato il web ed è stato oggetto di numerosissime critiche da parte di chi ritiene gesti simili null’altro che delle barbarie, ma la bulla non si è fermata: bloccatole il profilo sul social, a causa delle molte segnalazioni da parte di terzi, ne ha creato un altro, quasi a voler raccogliere il segno di sfida, quasi come se il pestaggio non fosse più solo un gioco. Nel nuovo nome del secondo profilo, la bulla ha avuto anche l’ardire di scrivere: “Le segnalazioni non mi fermeranno”; agli utenti più espliciti nell’esprimere la propria indignazione ed orrore per gli atti di bullismo perpetrati dall’autrice, lei stessa, appena stamattina, ha risposto: “Gente che pensa che il suo parere conta molto per me… volevo informarvi che io ho i miei amici e mi bastano quelli e che voi per me siete il nulla.” I commenti della maggior parte degli utenti manifestavano pressoché lo stesso sentimento, ma alcuni hanno anche pensato di rispondere alla bulla giocando la stessa moneta: “Vergognati, sei da carcere”, “Mi dispiace per i tuoi genitori”, “Sei peggio di un cancro” ed anche “Ti riempiremo di botte” sono state alcune tra le più “gettonate” risposte al post della ragazzina.
Ora, tralasciando il boom mediatico che ha portato con sé il video, girato e criticato per il web, la vera domanda è: dove sono le autorità? Il video choccante documenta un chiaro e gravissimo caso di violenza e bullismo, motivo per cui i Carabinieri hanno iniziato a lavorarci, come punto di partenza per le indagini alla ricerca della bulla. In effetti, si sa che tramite Facebook è possibile creare profili fantasma di ogni genere: non si può stabilire, dunque, se il secondo profilo pubblico dell’autrice del video sia autentico o no, perché molto spesso alcuni utenti sfruttano casi simili, ovvero di grande visibilità e seguito, per ottenere maggiori feedback nelle proprie attività sul social network. Link per il video.
Ulteriori aggiornamenti sul caso: “Minacce di morte alla bulla su Facebook” – “L’esperto sul caso: ‘Padri assenti, aggressività tollerata’” – “Pavia: un altro video choc di pestaggio tra studentesse” – “Sarah, la ragazza picchiata: ‘Minacciano di uccidermi'” – “La vera storia della bulla: parla la zia della vittima” – “La mamma della ‘bulla’: ‘La nostra famiglia vive un incubo'” – “Giovy si scusa ufficialmente per aver picchiato Sara” – “Agguato alla bulla: pestata nella notte, ora in ospedale“.
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