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Jesi, dramma della povertà: “Rovisto nei rifiuti per non prostituirmi”

I titolari della ricevitoria a Jesi

 

Jesi – La crisi economica che da oramai troppo tempo sta flagellando l’ Italia ha “mietuto” un’ altra vittima. La protagonista della storia che VNews 24 sta per raccontarvi, fortunatamente, non ha compiuto atti estremi come togliersi la vita, ma ha lanciato un appello disperato ad una comunità, quella della cittadina marchigiana di Jesi, in provincia di Ancona, allo scopo di poter tutelare un valore considerato prezioso per ogni essere umano: la propria dignità.

Partiamo dal principio. Il titolare di un noto bar ricevitoria di Jesi aveva recentemente ricevuto una multa, perchè ritenuto responsabile di spostamento di rifiuti nel bidone della spazzatura vicino la sua attività. L’ uomo aveva intuito che, da qualche tempo, qualcuno rovistava tra quegli scarti in cerca di qualcosa, ma non poteva certo immaginare il dramma che si nascondeva dietro quello che, almeno in apparenza, sembrava essere un semplice atto vandalico.

Il gestore dell’ esercizio aveva deciso persino di trascorrere qualche notte all’ interno della propria ricevitoria e, alla fine, aveva preso la drastica decisione di non gettare più rifiuti nel bidone. L’ indomani, la sorpresa: nella ricevitoria sita in via Gallodoro giunse una missiva anonima, un vero e proprio appello da parte di una donna, probabilmente residente a Jesi, che si rivolgeva direttamente al gestore del bar con parole accorate e piene di sofferenza. Nella lettera la donna chiedeva esplicitamente ai titolari del bar di tornare ad utilizzare il cassonetto, in modo che ella potesse rovistare alla ricerca di gratta e vinci non riscossi, anche in caso si trattasse di esigue somme di denaro. “Senza rovistare tra i vostri rifiuti finirei per prostituirmi”, è questo il senso dell’ appello disperato di una persona la quale, piuttosto che “svendere” se stessa per arrivare alla fine del mese, preferisce scavare nell’ immondizia altrui per non ledere i propri principi.

La comunità di Jesi, intanto, ancora choccata dalla notizia, continua a chiedersi chi possa essere questa fantomatica donna, messa in ginocchio dalla scarsità di lavoro, ma talmente coraggiosa da difendere se stessa e da chiedere un appoggio alla propria comunità.