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Pesce inquinato da metalli: Le Iene lanciano allarme, bimbi a rischio

L’immagine fornita da “Le Iene” a fronte di quanto scoperto dall’indagine sul pesce

I bambini non dovrebbero proprio mangiarne, soprattutto se si tratta di tonno rosso. La denuncia arriva dall’ennesimo servizio de “Le Iene”, in cui l’inviato Luigi Pelazza ha mostrato ai telespettatori risultati a dir poco terrificanti sulla concentrazione di metalli pesanti nel pesce che mangiamo. Dallo scatolame al prodotto fresco, dal locale all’importato, il pesce di tutto il mondo è inquinato dagli scarichi tossici che l’Italia e tutte le grandi Nazioni sversano nelle acque marine. La prima conseguenza di questo grave inquinamento era stato denunciato già diversi anni fa nelle visibili condizioni delle spiagge italiane, ma ora entra in gioco la sanità pubblica.

Come fa notare l’inviato, la legge prevede che chiunque commerci pesce sia tenuto a controllare che i livelli di concentrazione dei metalli pesanti nel prodotto venduto siano sostenibili. L’indagine de “Le Iene” è stata condotta principalmente rispetto al mercurio, che è il metallo più nocivo in assoluto, e sul tonno rosso, che risulta il più problematico: i dati riscontrati sono allarmanti. Su alcuni campioni di pesce fresco italiano, di scatolame e di pesce spada, le pescherie sono risultate le fonti più pericolose. Infatti, rispetto al limite di 1mg di mercurio ogni kg di pesce, limite stabilito dall’Unione Europea per la tutela della salute dei cittadini, due campioni su tre hanno superato la soglia consentita. Addirittura, una di queste due porzioni di pesce fresco riportava dalle analisi effettuate una concentrazione di mercurio pari al doppio del consentito.

Il problema, come evidenzia Pelazza, non sta solo nella negligenza dei controlli sanitari, che spesso potrebbero essere evitati da chi rischia di vendere meno di quanto guadagnato dalla pesca, a causa del diffuso inquinamento marino. Infatti, ogni “partita” di pesce viene esaminata per campione: ciò significa che soltanto un esemplare tra quelli che verranno venduti alla clientela viene analizzato. Tuttavia, l’eterogeneità della fauna e della flora marina suggeriscono che la restante parte del pescato non possa essere rappresentata da un singolo esemplare-campione. Ciò vale anche per il pesce importato dall’estero: l’analisi di quattro campioni, derivanti da ciascuno dei grandi oceani, ha rivelato che è l’intero pianeta ad essere condannato dall’inquinamento marino. Non basterà, dunque, rivolgersi ai prodotti esteri, come siamo soliti fare per i prodotti italiani scadenti o contaminati.

Fortunatamente, le quantità di mercurio diminuiscono drasticamente se si considera lo scatolame. Tuttavia, è sconsigliatissimo somministrarne ai bambini, che possono trarre cagione anche da una fonte così scarsa di metalli pesanti. Invece, per gli adulti è consigliato un massimo di due porzioni al mese. Tutto questo, ovviamente, rivolto al tonno rosso, considerato l’apice dei prodotti a rischio.

 

Quando il pesce diventa pericoloso – Luigi pelazza – “Le Iene”