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Cina, strage in stazione: 30 persone uccise a colpi di coltello

Drammatico episodio avvenuto nella serata di ieri presso la stazione ferroviaria di Kunming, sita nella provincia dello Yunnan, a sud-ovest della Cina. Erano le 21:00 ora locale, quando un gruppo composto da una decina di uomini e donne armati di coltelli ha fatto irruzione nella stazione, colpendo a morte tutti gli ignari passanti che capitavano loro sotto tiro.

Il bilancio provvisorio è di una trentina di morti, tra i quali pare ci siano anche quattro attentatori, colpiti dalle armi da fuoco delle forze di sicurezza, e circa 109 feriti. Uno dei killer è stato identificato ed arrestato dalle forze di sicurezza.

Le informazioni in merito al sanguinoso attentato, tuttavia, trapelano a fatica, data la consueta censura che il Governo cinese è solita applicare alle notizie di interesse globale. Le scarne informazioni che, per ordine del Presidente Xi Jinping sono riuscite a superare la coltre della censura, parlano di un probabile attentato a stampo terroristico. Le indagini, condotte dal capo dei servizi di sicurezza di Pechino Meng Jianzhu, sono ancora agli inizi, ma i principali sospettati sarebbero da ricercare in un gruppo di estremisti uiguri dello Xinjiang, a nord-ovest della Cina. Stando alle ultime notizie gli Uiguri, cittadini di etnia turcofona professanti il verbo dell’ Islamismo, sarebbero insoddisfatti dal trattamento di “serie B” che sarebbero soliti ricevere dal Governo di Pechino.

Agli Uiguri sono stati attribuiti diversi attentati, sin dal 2009. Dal canto loro, i secessionisti dello Xinjiang accusano Pechino di voler ingrossare a regola d’ arte alcuni episodi di semplice disordine pubblico, per dare al Governo cinese la possibilità di eseguire centinaia di condanne a morte di Uiguri, giustificando questi omicidi come misure necessarie per prevenire futuri atti di terrorismo. L’ ultimo, tragico attentato attribuito a questa minoranza etnica risalirebbe all’ anno scorso: il 28 ottobre una jeep ad alta velocità “falciò” cinque persone che si trovavano nella celebre Piazza Tiananmen a Pechino, ma la vicenda è tuttora avvolta nel più fitto mistero.

Riserbo, manipolazione delle informazioni, scarse prove fisiche rese note ai media caratterizzano, da sempre, la diffusione delle informazioni in Cina. La strage di queste ultime ore non fa eccezione. Le testimonianze dei passanti, interrogati dagli uomini di Meng Jianzhu sono discordanti, soprattutto riguardo all’ abbigliamento con cui gli attentatori si sarebbero contraddistinti tra la folla. Alcuni testimoni li hanno descritti come un gruppetto di soggetti vestiti di nero, mentre altre dichiarazioni raccontano di una decina di uomini e donne in divisa che hanno accoltellato a caso uomini e donne presenti nell’ affollata stazione di  Kunming. Le foto che circolano sui social network, che ritraggono scene di ordinaria follia tra sangue, corpi a terra e soccorritori all’ opera, vengono ritenute di dubbia provenienza. L’ operazione di oscuramento delle notizie non aiuta, purtroppo.

L’ unica cosa certa è che ci sono delle vittime a seguito di un’ ordinaria serata di follia a sud-ovest della Cina.