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Indagini sparizione Malaysia Airlines: “Terrorismo è l’ultima ipotesi”

Il dolore dei parenti pechinesi di uno dei passeggeri dell’aereo scomparso

Le fasi più pericolose di un volo sono il decollo e l’atterraggio: è raro che un aereo abbia incidenti durante il percorso di viaggio. Per questo, la sparizione del velivolo della Malaysia Airlines ha suscitato non poche polemiche e portato gli esperti d’aviazione a supporre che si sia trattato di un dirottamento. Infatti, secondo i criteri individuati dagli esperti pronunciatisi, la causa scatenante la sparizione dell’aereo deve essere avvenuta in tempi brevi, impedendo al personale di volo di effettuare una chiamata di soccorso. Il direttore della fondazione Airsafe ed ex-ingegnere della sicurezza, Todd Curtis, ha dichiarato che le indagini sul caso si stanno concentrando sulla ricostruzione della dinamica che ha causato la sparizione dell’aereo.

“Ci stiamo concentrando sui fatti che non conosciamo“, ha affermato Curtis, evidenziando l’intento di dare un volto a chi o cosa possa aver generato un tale “disastro”, primo evento del genere verificatosi nella storia dell’aviazione. Si è pensato ad un guasto meccanico in prima ipotesi, come, nel peggiore dei casi, la chiusura di entrambi i motori del velivolo. Tuttavia, in quel caso i piloti avrebbero avuto occasione di segnalare via radio il problema tecnico: cosa o chi avrebbe potuto impedirlo non è stato accertato. Infatti, la mancanza della chiamata di soccorso, seppur possa sembrare un elemento di poco conto, è il fulcro delle indagini che stanno cercando di ricostruire la dinamica degli eventi precedenti la scomparsa dell’aereo partito da Kuala Lumpur.

Proprio questo aspetto, infatti, ha convinto gli investigatori che qualcosa di molto improvviso ed inaspettato, qualcosa di violento abbia preso alla sprovvista il personale di volo. E’ questa la tesi esposta dal professor William Waldock, che insegna Indagini sugli incidenti all’università aeronautica Riddle in Arizona. La teoria del guasto tecnico di entrambi i motori dell’aereo potrebbe spiegare una veloce caduta del velivolo, in picchiata nel Mare cinese meridionale, ma mancherebbe un tassello a comporre l’intero scenario.

Il capitano John M. Cox, pilota di volo per la US Airways nei 25 anni passati ed attualmente amministratore delegato di Safety Operating Systems, ha provato a confermare la tesi del guasto tecnico. Secondo tale logica, una violenta ed immediata collisione potrebbe aver neutralizzato il transponder dell’aereo scomparso, impedendo al personale di volo di effettuare una chiamata di soccorso. Questo congegno, infatti, garantisce che il velivolo possa essere individuato dai radar terrestri e non solo: esso fornisce il piano di volo, la velocità e l’altitudine dell’aereo in questione. Tale ipotesi spiegherebbe come mai non siano arrivate richieste di soccorso da parte del pilota dell’aereo, poco prima di sparire.

Altri esperti, dal loro canto, si sono concentrati su cause umane, suggerendo un intervento terroristico da parte di terzi, come i due passeggeri sospetti di cui si stanno cercando le generalità, oppure un dirottamento ad opera di uno dei due piloti del velivolo. Si tratterebbe, in questo caso, di un criminale infiltrato tra il personale di volo, ma tale ipotesi sembra essere stata già neutralizzata dai dati forniti dalla Malaysia Airlines sui propri dipendenti a bordo di quell’aereo. L’esperienza di 18.000 ore di volo del pilota 53enne sembra aver annullato i sospetti di un’infiltrazione terroristica, ma quest’ipotesi sulla sparizione dell’aereo resta inattaccabile fino a prova contraria e supportata da diversi esperti del settore. Ad esempio, Scott Hamilton, l’amministratore delegato della società aeronautica Leeham Co., è intervenuto a favore di entrambe le tesi: “O l’aereo ha subito un evento catastrofico che l’ha strappato in più parti, oppure ha subito un atto criminale“, ha dichiarato l’uomo.

Tuttavia, nuove possibili interpretazioni hanno diviso gli scienziati coinvolti nelle indagini finora e non importa quanto uno scenario possa sembrare più improbabile dell’altro: per la tutela di quei 227 passeggeri, nessuna possibile spiegazione è da escludere deliberatamente. Il recupero di indizi nel Mare cinese meridionale, come nei giorni scorsi, è ancora di fondamentale importanza, ma le tracce lasciate dall’aereo in quelle stesse acque sono ancora nulle. In genere, come ribadito all’inizio dell’articolo, gli incidenti aerei si verificano in fase di decollo o di atterraggio: le statistiche provano che solo il 9% degli incidenti mortali avviene durante il volo. “E ‘ uno degli aerei più affidabili mai costruito “, ha dichiarato John Goglia, ex-membro del National Transportation Safety Board degli Stati Uniti.

Oltre alle due principali tesi esposte finora, anche altri inconvenienti potrebbero aver causato l’improvvisa sparizione dell’aereo Malaysia Airlines. Una di queste ipotesi considera la struttura metallica della maggior parte degli aeroplani, che sono per lo più formati da alluminio, materiale soggetto alla corrosione in condizioni di particolare umidità o semplicemente all’usura nel tempo. Tuttavia, data la storia del Boeing 777 in questione, tale teoria resta tra le meno supportate dagli esperti del settore.

Ancora, c’è chi ipotizza che il velivolo sia esploso a seguito di una bomba che sarebbe stata trasportata a bordo da un passeggero. Tale ipotesi non è da ignorare del tutto e spiegherebbe ulteriormente la presenza sull’aereo di due loschi figuri, risultati imbarcati grazie a passaporti rubati (scopri i dettagli qui). Tuttavia, le conseguenze dell’esplosione dell’aereo avrebbero dovuto manifestarsi primariamente nella comparsa dei resti metallici tra le acque del Mare cinese meridionale. Tale prospettiva, nonostante le scrupolose ricerche nell’area, è totalmente da escludere, almeno stando a quanto documentato finora. Per non lasciare tracce troppo “ingombranti”, quindi, la bomba dovrebbe aver ridotto il velivolo ed i suoi passeggeri in poco più che cenere, ma una simile potenza sarebbe stata sicuramente avvertita dai Paesi circostanti.

In ultimo, tra le meno quotate ma non meno probabile, l’ipotesi dell’abbattimento accidentale: nel luglio del 1988, un missile della Marina statunitense abbatté accidentalmente un aereo della compagnia Iran Air, uccidendo senza eccezioni 290 persone, tra passeggeri ed equipaggio. Anche nell’83, un volo Korean Airlines fu abbattuto da un caccia russo: questi trascorsi lasciano spazio ad un’interpretazione simile della recente sparizione dell’aereo Malaysia Airlines. Tuttavia, l’interrogativo resta sempre nelle manifestazioni visibili conseguenti l’esplosione del velivolo: perché dell’aereo sparito non ci sono tracce? E’ questo il secondo nodo che impedisce ancora agli investigatori di carpire il fulcro della sparizione, tanto discussa quanto inspiegabile.

Sicuramente, una delle teorie appena esposte sarà avvalorata dall’avanzamento delle indagini sul luogo della sparizione: fino a quel momento, le congetture resteranno tali, in mancanza di prove tangibili di quanto realmente accaduto. Restate aggiornati sul caso con VNews24.