Vladimi Putin ha risposto all’ultimatum di Barack Obama nella serata di ieri, affermando di non aver violato le norme del diritto internazionale, nell’attuare il referendum che ha soggiogato la Crimea all’influenza della Russia. Nei confini di quest’ultima, infatti, la penisola ucraina potrebbe essere annessa già da domani, dati i risultati delle votazioni di ieri. Tuttavia, entrando nel vivo dell’analisi che intendiamo proporre al lettore, il comma 4 dell’articolo 2 dello Statuto delle Nazioni Unite afferma che: “La minaccia o l’ uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato è in qualunque maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.”
Dunque, perché Putin ha affermato di non aver violato le leggi del diritto internazionale? Egli intende porre un’interpretazione a lui conveniente del comma sopra citato. Per comprendere tale prospettiva, vanno premessi alcuni eventi che non sono stati esposti dai media, riguardo gli avvenimenti più recenti. Infatti, il leader russo si era mostrato inizialmente preoccupato riguardo il divieto delle Nazioni Unite di spogliare i soldati russi del proprio segno di riconoscimento visivo. Tuttavia, una volta inviati in Crimea, gli stessi soldati hanno preso il nome di “forze di difesa locali”. Chiarita la dinamica, se ne può ben capire l’intento: Putin afferma di non aver violato il diritto internazionale, perché si ritiene il salvatore della Crimea, penisola ucraina, e non un invasore indesiderato. Di fatto, le votazioni al referendum di ieri, con il quale la Crimea potrebbe essere annessa alla Russia, si sono tenute tra i festeggiamenti dei filorussi, che hanno mostrato in piazza entusiasmo per il ritorno alla “madre”.
Non è chiaro se dell’idea di liberatore dell’Ucraina Putin sia davvero convinto, oppure se egli la stia utilizzando per porsi sotto una migliore luce ed evitare le conseguenze di un atto così grave come l’invasione del Paese vicino. Putin afferma, inoltre, che Viktor Yanukovich resta il Presidente dell’Ucraina e che la Russia è semplicemente accorsa in aiuto della Nazione confinante. Tale tesi non sarà certamente smentita dall’ex-capo di Stato ucraino, poiché filorusso e per di più accusato dal proprio popolo di aver svenduto il Paese alla potenza russa. Oltretutto, l’Associazione ucraina di Diritto Internazionale ha pubblicato un’analisi dei recenti avvenimenti in Ucraina dal punto di vista legale. Nella nota diramata, si sostiene che la decisione della Russia di spostare forze militari in Ucraina non è stata solo una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale in genere.
Infatti, sarebbe stato infranto anche il trattato bilaterale che permette alla Russia di mantenere la Flotta del Mar Nero in Ucraina. Gran parte dell’analisi contenuta nel ricorso da parte dell’Associazione è senza dubbio corretta, ma contiene anche un forte monito. L’Ucraina sembra voler avvertire Putin che il suo gioco è stato scoperto: sono citati episodi risalenti alla Guerra Fredda, in cui fu giustificato l’intervento illegale degli Stati Uniti a Grenada, isola-Stato del Mar dei Caraibi sudorientale. Il caso aderisce perfettamente a quello odierno, poiché la “responsabilità di proteggere” costituisce un principio giuridico che ogni Stato può applicare anche singolarmente. In virtù di tale principio, dunque, qualsiasi potenza può intervenire militarmente nel territorio di un’altra, se la motivante di tale operazione resta la difesa della Nazione invasa.
Tuttavia, la reazione collettiva ad un’aggressione da parte della Russia deve essere prima autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Di fatto, l’intento nascosto dietro l’apparente scopo di Putin è ben noto ai leader europei e ad Obama, il quale ha tentato in ogni modo di convincere la Russia ad invertire rotta. Oltre che applicare maggiori sanzioni su Mosca, si potrebbe ricorrere all’esercito, ma si sottoporrebbero le Nazioni dell’intero pianeta ad una guerra di portata mondiale che, alla luce di quanto ha seguito l’ultima, è proprio ciò che si sta cercando di evitare. Infatti, uno scontro armato tra Russia e Stati Uniti potrebbe volgere per il peggio, devastando non solo le popolazioni coinvolte, ma anche l’intero pianeta, considerando l’avanzare delle tecnologie che hanno superato di gran lunga la potenza distruttiva del nucleare tanto temuto durante la Guerra Fredda.
Ciò ha permesso a Putin di potersi dire protetto dalla legge, ma il Parlamento ucraino sembra non volersi arrendere al proprio destino. Infatti, come osservato nella nota che analizza gli ultimi avvenimenti in Ucraina, un governo anti-Putin potrebbe portare il caso vissuto dalla Nazione agli occhi della Corte internazionale di giustizia. Ciò provato dall’uso illegittimo della forza durante le incursioni della Russia in Crimea. Questa è la strategia che i leader della Georgia, a confine con l’Ucraina, hanno provato dopo l’ultimo intervento della Russia, ma il tentativo ha fallito. La Georgia, che come la Moldavia teme di essere il prossimo bersaglio di Putin, ha accusato la Russia di aver violato la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Tuttavia, non è chiaro l’esito di tale tentativo di denuncia da parte della Georgia. Infatti, proprio Putin si è distinto, alla luce anche delle olimpiadi tenutesi a Sochi, come leader a favore di xenofobia ed omofobia.
Non resta che attendere gli sviluppi della situazione in Crimea, per cui continuate a seguire VNews24.