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Gay 14enne abbandonato da genitori adottivi: “Ci dà troppi problemi”

 

ROMA. E’ dalla capitale che arriva la sconcertante notizia, apparsa su “Il Messaggero”, che ha infiammato gli animi dell’opinione pubblica e sta commuovendo l’Italia. Un ragazzino di 14 anni, che già in tenera età era stato sottratto ai genitori dai servizi sociali, a causa di una disastrata situazione familiare, è stato “rispedito al mittente” anche dai nuovi genitori adottivi. Questi, che in un primo tempo si erano rivelati ben lieti di accogliere il ragazzino con loro, si sono in seguito pentiti della decisione presa e l’hanno restituito alla casa famiglia dalla quale proveniva.

La causa di tale comportamento sarebbe l’omosessualità del giovane, da poco tempo dichiaratosi gay, che specialmente in ambito scolastico sarebbe stato fatto oggetto, da parte di compagni e coetanei, di derisione e atti di bullismo, i quali avrebbero contribuito ad emarginarlo e ad isolarlo completamente. I genitori adottivi hanno dichiarato, a seguito dell’accaduto, di essere giunti alla drastica decisione per via della difficoltà insita nella gestione di un ragazzo dichiarato gay; “è ingestibile, ci crea troppi problemi a causa dell’emarginazione della quale è fatto oggetto a scuola. In molti ci hanno consigliato di lasciare perdere”.

Invece quindi di aiutare quello che fino a poco tempo prima erano disposti a considerare come loro figlio, invece di combattere  questo ennesimo episodio di bieca ed ignorante discriminazione omofoba e al posto di accogliere colui che probabilmente avrebbe potuto ricambiare con amore gli sforzi e l’accoglienza di due genitori, la coppia si è limitata ad allontanare il ragazzino senza troppi complimenti.

Questo ennesimo caso di omofobia accaduto nella Capitale, nel quale l’omosessualità viene considerata alla stregua di un problema da cancellare e da debellare, avviene a non molta distanza da altri gravissimi episodi che hanno solcato le pagine di cronaca dei giornali negli ultimi mesi: a cominciare dall’altro quattordicenne romano, toltosi la vita lo scorso agosto lanciandosi nel vuoto dal terrazzo di casa, per finire al ventinovenne di Brindisi costretto ad emigrare in Germania perché anch’egli oggetto di discriminazione anti gay. E’ il caso di domandarsi se, all’alba del terzo millennio, si debba essere ancora costretti ad assistere a simili fatti.