Roma – A nord della città di Roma vige il divieto di non utilizzare l’acqua ne per lavarsi ne per cucinare fino al 31 dicembre 2014, in quanto contenente grosse quantità di arsenico. Visto che i cittadini non possono utilizzare il servizio dell’acqua potabile, il Movimento difesa del Cittadino (MDC) ha proposto l’annullamento delle bollette a carico dei contribuenti. “L’ordinanza del Comune parla di divieto di utilizzo dell’acqua per il consumo umano, ovvero non solo quella destinata ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande ma anche quella destinata ad altri usi domestici. Questo significa che si tratta di acqua non fruibile per tutte le attività domestiche. Pertanto MDC valuterà la possibilità di chiedere l’annullamento e lo storno delle bollette già emesse e da emettersi“, annuncia l’avvocato Francesca Giglio della sede Roma Nord del Movimento Difesa del Cittadino.
Silvia Biasotto del Dipartimento Sicurezza alimentare aggiunge inoltre che: “I cittadini romani hanno necessità di trasparenza oltre che di una adeguata garanzia e tutela della salute. Occorre controllare in modo chiaro e tempestivo i livelli di superamento dei limiti di arsenico nell’acqua previsti dalla legge e darne immediata comunicazione agli utenti. E’ necessario anche individuare le eventuali responsabilità e gli obblighi specifici in merito dell’amministrazione capitolina che è tenuta a comunicare, previa idonea valutazione, il rischio per la salute dei cittadini di Roma“.
Il Movimento Difesa del cittadino, inoltre, si è fatto portavoce di una serie di domande che sono scaturite dopo l’esplosione dello “scandalo dell’acqua inquinata” sui giornali. Cosa significa che il provvedimento di divieto di utilizzo dell’acqua è stato adottato in base a un principio di prevenzione? E perché si fa sapere che da due anni sulle bollette delle proprie utenze è riportata la dicitura ‘acqua non potabile’? Di quanto sono stati superati i limiti di legge? Questi sono i quesiti che il MDC sta cercando di risolvere in questi giorni.
Infine, l’associazione chiede ed esige che i cittadini vengano periodicamente informati dei parametri qualitativi dell’acqua in bolletta anche sul sito web del Comune di Roma per garantire la più ampia diffusione delle informazioni. Cosa che, invece, è avvenuta con molto ritardo quando è scoppiato “il caso arsenico”.