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Allarme e-cig, avvelenamenti per ricariche tossiche: “Può uccidere”

Il liquido di ricarica delle sigarette elettroniche

New York – Vomito, convulsioni, avvelenamento sono solo alcuni degli effetti collaterali che la sigaretta elettronica può comportare in chi ne fa uso. I dati emersi dal recente polverone alzato dal New York Times sono a dir poco allarmanti: il noto quotidiano statunitense ha riportato il parere di medici e tossicologi, che hanno confermato i sospetti già nutriti dagli esperti del settore sulla rischiosità delle e-cig. Infatti, è stato stimato che un cucchiaino del liquido per l’uso delle sigarette elettroniche può uccidere un bambino piccolo, come di recente stava per accadere in molti casi.

Alle stelle i casi di avvelenamento, spesso accidentali, proprio tra i bambini, ma la nocività delle e-cig non si ferma certamente alla fascia d’età più fragile. Lee Cantrell, direttore della divisione di San Diego del Sistema di Controllo dei Veleni in California, ha rilasciato choccanti dichiarazioni circa l’effettiva pericolosità delle sigarette elettroniche. “E’ una tra le più potenti tossine naturali che abbiamo”, conferma Cantrell, “è onnipresente nella società. Non si tratta di ‘se’ un bambino sarà seriamente avvelenato o ucciso. Si tratta di ‘quando’ ciò avverrà.”

Come spiegato dall’esperto, l’allarmante picco di avvelenamenti registrati dal 2012 ad oggi non riflette semplicemente la diffusione delle sigarette elettroniche. Questo dato, infatti, è legato principalmente ad un cambiamento nell’uso che oggi viene fatto di tale tecnologia. Cantrell ha spiegato che, mentre inizialmente le e-cig erano state pensate come monouso, i primi modelli sono stati presto sostituiti con quelli ricaricabili. E’ proprio il liquido che permette allo strumento di funzionare più e più volte che può portare gravissime conseguenze su adulti e bambini.

Il tossicologo consultato dal NYT ha attribuito gli effetti collaterali riscontrati negli adulti all’incuria di chi pretendeva di poter utilizzare liberamente le sigarette elettroniche, ignorando le raccomandazioni circa l’abuso e l’uso improprio delle e-cig. Di fatto, “molti genitori non si sono resi conto che il liquido era tossico, fino a quando il proprio bambino ha cominciato a vomitare“, ha confermato ulteriormente Cantrell. Per di più, sopraggiunge il timore che i fornitori esteri di sigarette elettroniche e ricariche possano includere nella solita “ricetta” dei nuovi componenti.

Il primo sospettato per quest’ipotesi è stato identificato nella Cina, Paese noto per notevole sviluppo in settori quali produzione e commercio delle più svariate merci, tipicamente in vendita a poco prezzo per la scarsa qualità dei materiali utilizzati. Il rischio che la miscela in uso nelle e-cig aumenti in grado di tossicità è altissimo, anche se non comprovato, per cui la prima raccomandazione è di non acquistare il liquido online. Tuttavia, anche la produzione in loco resta inaffidabile, proprio perché non regolamentata da alcuna istituzione. Peraltro, nate per invogliare le persone a smettere di fumare, le e-cig non hanno ancora fornito alcuna prova evidente di tale teoria.

Gli esperti affermano che la crescente disponibilità di nuove varianti del liquido e dei modelli di sigaretta elettronica potrebbe invogliare i minori a farne uso e generare un nuovo fenomeno di questo tipo. Appare quanto meno disastroso il quadro interpretativo di tale possibilità, se la prevenzione di una simile strage non fosse attuata nell’immediato tramite i media.  Proprio il rischio che i più piccoli siano attirati dal profumo delle numerose varianti del liquido è stato fortemente sottolineato nell’articolo di denuncia del NYT, che ha echeggiato nel web risvegliando lo spirito critico degli utenti mondiali.

Punto focale per la risoluzione della questione è, appunto, la mancanza di regolamentazione degli ingredienti che costituiscono il liquido di ricarica delle sigarette elettroniche. “Viene prodotto sui pavimenti delle fabbriche o nel retro dei negozi di vendita al dettaglio”, afferma Cantrell. Per gli Stati Uniti l’ente di riferimento, Food and Drug Administration, non è ancora intervenuto ad apporre norme sul commercio e l’uso della sigarette elettroniche. Intanto, i casi di minore gravità legati all’utilizzo del liquido-ricarica delle e-cig sono stati 1.351 soltanto nel 2013 e, per giunta, solo negli Usa.

Di questi, ben 365 sono stati seguiti da strutture ospedaliere: una cifra pari al triplo dei casi gravi registrati nel 2012. L’utilizzo dell'”e-liquid”, come lo definiscono gli statunitensi, si aggira intorno ai 2 milioni di litri annui, tra l’acquisto in negozio ed online. Noi di VNews24 invitiamo gli utenti ad una maggiore attenzione a tale tecnologia, rivelatasi negli ultimi anni un vero e proprio specchio per le allodole. Continua a seguirci per aggiornamenti sul caso.