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Torino: 37enne muore per pillola abortiva, primo caso in Italia

Pillola – L’ aborto è, da sempre, un argomento molto delicato. Esso, talvolta, si presenta come tragica fatalità, come un fulmine a ciel sereno che sconvolge l’ esistenza della donna che vede portare via dal proprio grembo materno una piccola vita, nonostante lotti con tutte le sue forze per difenderla. Altre donne, invece, scelgono volontariamente l’ interruzione di gravidanza per una serie infinita di ragioni, sfidando l’ etica e la morale religiosa.

Tra i metodi abortivi più diffusi nel ventunesimo secolo, la pillola Ru486 pare essere il più semplice ed indolore da effettuare. Il farmaco, tuttavia, è oggetto di numerosi dibattiti tra gli esperti, che da sempre sottolineano la potenziale pericolosità del rimedio a base di mifepristone, uno steroide sintetico che agisce direttamente sull’ embrione, inibendone lo sviluppo e provocandone l’ espulsione. Qualora l’ eliminazione dell’ embrione non avvenga nel giorno immediatamente successivo alla somministrazione della pillola, il medico può far assumere alla paziente la prostaglandina, in modo da assicurare l’ interruzione della gravidanza al 100%.

Tale iter medico è stato anche seguito dalla prima “vittima” italiana della pillola abortiva, una 37enne di Torino, già madre di un bambino, che lunedì scorso ha assunto la Ru486. La donna, in buone condizioni di salute sino al drammatico episodio, si è recata una seconda volta presso l’ Ospedale Martini di Torino, nella mattinata di mercoledì 9 aprile, per sottoporsi alla somministrazione della prostaglandina, in modo da completare il procedimento abortivo. Verso le 12:30, però, la 37enne comincia a sentirsi male. La donna inizia ad accusare gravi problemi respiratori, immediatamente sfociati in diversi arresti cardiaci, tenuti a bada dallo staff del Martini, che ha prontamente rianimato la paziente. Ricoverata presso il reparto di rianimazione dell’ ospedale, la 37enne ha subito un nuovo arresto verso le 22:20. Questa volta, però, i tentativi dei dottori di rianimarla si sono rivelati vani: la donna è deceduta intorno alle 22:45. La causa della morte pare essere un’ embolia, ma si attendono gli esiti dell’ autopsia per vederci chiaro.

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha immediatamente aperto un fascicolo per indagare su quella che, a detta del dottor Silvio Viale, ideatore della pillola abortiva, potrebbe essere stata solo una “Tragica fatalità”. Il “caso Ru486”, tuttavia, rimane aperto. Negli USA, infatti, sono stati registrati ben otto casi di decessi legati all’ intolleranza al farmaco; in Italia, se l’ ipotesi dei detrattori della pillola fosse confermata, si tratterebbe del primo caso di morte accertata a causa del medicinale. Dall’ Ospedale Martini, intanto, non trapelano indiscrezioni. Le uniche dichiarazioni ufficiali sono state rilasciate da Paolo Simone, Direttore Sanitario del nosocomio. “Possiamo garantire al 100% che non ci sono stati errori. Il protocollo è stato seguito alla lettera”, ha sostenuto Simone. La guerra alla pillola abortiva, tra accuse e smentite, è solo all’ inizio.