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Roma choc, escort confessa: “Costretta a prostituirmi dal mio ex”

 

“Il mio ex fidanzato mi soggiogava psicologicamente, per questo sono stata costretta a prostituirmi”. Comincia così il racconto choccante di Marina Zarcone, 40 anni, un passato da segretaria di produzione nel settore cinematografico ed oggi, ex escort pentita. “Provo nausea per i miei clienti. Erano persone false e si vantavano delle professioni che facevano, mostrando i loro tesserini”. Era il mese di settembre del 2013 quando R.P., allora fidanzato della donna, la avviò al mestiere più antico del mondo: la prostituzione. I clienti della Zarcone erano tutti cittadini della “Roma bene”, uomini apparentemente ineccepibili, grandi professionisti, quelli che, citando i versi del rapper italiano Frankie Hi-NRG MC, hanno “Mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica” e che, con quelle stesse mani “Fanno cose che non si raccontano”.

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“ERO SOGGIOGATA”.  Circa un mese fa, Marina Zarcone ha però deciso di raccontare le “perverse” gesta di quelle mani, svelando l’ altra faccia della Capitale, quella “grande bruttezza” che si nasconde all’ interno dei patinati salotti frequentati da avvocati, medici, giornalisti. “Vivevo in uno squallido appartamento all’ Eur, procuratomi dal mio ex”, continua a raccontare l’ ex escort, ancora scossa, “Lì ricevevo i clienti, ero costretta a prostituirmi“. Marina ha provato a ribellarsi ad R.P., ma invano.  La donna aveva sopportato ben quindici anni di violenze da parte del suo “protettore”, sia fisiche che emotive: “Ricevevo botte, minacce. Sono finita svariate volte in ospedale, ma non l’ ho mai denunciato”.

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“ESCORT DI LUSSO?”. Definita, con una sottile e sadica vena di ironia dai benpensanti, “escort di lusso”, Marina continua a confessare la drammatica verità celata dietro quei mesi, vissuti dalla 40enne come un inferno. “Uno dei miei clienti mi diceva che aveva tre figlie e che una di loro aveva la mia età. Rivedeva in me la sua bambina, ma questo non lo fermava“, ricorda ancora la donna. Per quanto riguarda i ricavi economici ottenuti dai “servizi” che la ex escort elargiva, la Zarcone non guadagnava nulla: era il suo ex ad “intascare” i ricavi giornalieri, che si aggiravano intorno ai 700 euro. Altro che lusso.

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DOPO IL TENTATO SUICIDIO, LA RINASCITA.  Al giornalista che le ha chiesto se qualcuno avesse compreso davvero la sua sofferenza, la 40enne risponde così: “Qualcuno mi diceva che non dovevo farlo, che meritavo di più dalla vita. Dopo le chiacchiere, però, non si fermava”. Sola, incapace di reagire e ridotta come se fosse sull’ orlo di un precipizio, Marina ha pensato persino al suicidio. “Era l’ otto marzo, Festa della Donna. In TV si parlava di stalking, di femminicidio, e io non ce l’ ho fatta”. Cinque giorni prima del tragico tentativo, fortunatamente non andato a buon fine, Marina Zarcone aveva trovato il coraggio di denunciare il suo carnefice, che si era presentato sotto casa sua per minacciarla: il primo passo verso la “rinascita” dell’ ex escort.

R.P. è attualmente indagato per stalking, favoreggiamento e prostituzione. Il pm Pietro Polidori, incaricato di seguire il caso, sta raccogliendo le testimonianze degli ex clienti della donna. Marina, intanto, vuole solo ricominciare a vivere, chiudendo definitivamente questa pagina, buia e  drammatica, della sua vita. L’ ultimo pensiero della 40enne è dedicato “Alle donne che, in questo momento, stanno vivendo la mia stessa tragedia, ma non hanno il coraggio di denunciare. Devono farlo, devono trovare la forza”. La strada verso la serenità dell’ ex escort di lusso è lunga, ma Marina può, finalmente, cominciare a vedere la luce alla fine del tunnel.