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Libia, nave di migranti affonda alla costa: già 40 vittime, salvi 51

Non si sono spinti abbastanza lontano dalle coste orientali della Libia i migranti che hanno tentato la fuga per mare ed hanno trovato la morte. Non è chiaro quanti fossero esattamente i passeggeri della nave diretta verso l’Italia: non la prima e certamente non l’ultima. L’imbarcazione si è rovesciata poco dopo aver preso il largo, stavolta fortunatamente: infatti, ben 51 persone sono state salvate dai soccorsi, stando a quanto dichiara il Ministro dell’Interno libanese, Rami Kaal. Sarebbero già 40, invece, le vittime accertate dopo il disastro, notizie fornite dal sito di news Al Arabya.

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Il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi, poiché non c’è speranza che fossero solo un centinaio gli imbarcati verso quella che credono essere la salvezza. Del resto, l’Italia è la principale meta di chi cerca di fuggire dalla guerra in Libia disperatamente, anche rischiando la propria vita e quella dei propri figli. Questa forte affluenza segue un unico criterio, che non riguarda gli italiani, la vita in Italia o la nostra società: i migranti raggiungono semplicemente il luogo sicuro più vicino. E’ questo il motivo principale per cui essi scelgono proprio l’Italia come meta, cercando asilo politico in una terra che ormai non sa più come gestire a livello politico e sociale questo fenomeno migratorio.

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Del resto, non si può neanche rifiutare senza scrupoli la richiesta di aiuto di persone che sono disposte addirittura a rischiare la vita per fuggire dalla Libia. Basti pensare che, oltre al rischio di morte per annegamento, in caso di rovesciamento delle navi che trasportano i migranti, questi individui devono sopportare molti altri disagi. Primo tra tutti l’affollamento delle imbarcazioni, che rende il viaggio tutt’altro che piacevole, per non parlare del trattamento che i conducenti riservano ai passeggeri. Basti pensare che queste persone sono alla mercé di chi, a modo proprio, guadagna da questa situazione e può richiedere un compenso di qualsiasi tipo per esaudire l’anelito alla fuga dei migranti.