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ANALISI DEL TESTO E TEMA STORICO – I candidati potevano scegliere tra il tema di letteratura (l’analisi di un testo), il tema di attualità, il tema storico e diverse tipologie di saggio breve (svolgibile anche sotto forma di articolo di giornale): ambito artistico-letterario, scientifico, socio-economico, storico-politico. Per il tema letterario, dopo lo stupore dello scorso anno per la scelta di uno scrittore contemporaneo come Magris, viene proposta una poesia di Salvatore Quasimodo: “Ride la gazza, nera sugli aranci”, tratta dalla raccolta “Ed è subito sera”. Il tema storico si concentra, invece, su una riflessione sull’Europa a cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale: al candidato viene chiesto di confrontare e di valutare le differenze tra l’Europa del 1914 e l’Europa del 2014.
IL SAGGIO BREVE – Il saggio breve è la tipologia maggiormente scelta dagli studenti, anche per le varie possibilità che offre: sono quattro le tematiche che possono essere affrontate. Nell’ambito artistico-letterario è stato scelto il tema del dono nell’arte: tra le fonti e i documenti che sono stati associati alla traccia vi sono ”Il dono di Natale” di Grazia Deledda, “Minima Moralia” di Theodor Adorno, “Il dono al tempo di Internet” di Marco Aime e Anna Cosetta, “Cosa significa ricambiare?”, testo breve di Mark Anspach, e il brano “Dono senza reciprocità” di Enzo Bianchi. Nell’ambito scientifico, si richiede di riflettere sulla pervasività dei media e delle tecnologie nella nostra società, mentre nell’ambito socio-economico si propone una riflessione sulle nuove responsabilità. Infine, il titolo dell’elaborato storico-politico è: violenza e non violenza, due volti del Novecento.
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TEMA DI ATTUALITA’ – La traccia del tema di attualità è forse quella più interessante: si basa sulle parole di Renzo Piano, estrapolate da un’intervista rilasciata dallo stesso al Sole 24 Ore lo scorso 26 gennaio, e riflette sull’importanza e sul ruolo delle periferie nelle città moderne. Questo il brano completo: “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d’accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?”.