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Franzoni, il pg chiede che torni in carcere: “Non può stare a casa”

Annamaria Franzoni

Annamaria Franzoni deve tornare in carcere: è quanto sostiene la Procura Generale di Bologna, che oggi ha presentato un ricorso contro la sentenza emessa dal Tribunale di Sorveglianza che ha accordato alla detenuta il permesso di scontare la propria pena in detenzione domiciliare. La donna, secondo il pg, non avrebbe legalmente il diritto di tornare a casa e dunque deve tornare in cella a scontare ciò che resta della sua condanna. Non la pensava così lo psichiatra che per giorni ha difeso i miglioramenti manifestati dalla donna proprio grazie a questo passo avanti verso una nuova e normale vita familiare.

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Il Tribunale di Soverglianza aveva deciso che Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlioletto Samuele, poteva tornare a casa per continuare la terapia psichiatrica accanto ai suoi figli. In particolare, la donna aveva avanzato l’istanza di detenzione domiciliare speciale in virtù della tenera età del figlio 11enne. Il pg di Bologna afferma che questo procedimento è attuabile solo nel caso in cui il minore da assistere non abbia età superiore ai 10 anni e dunque la richiesta della detenuta non sarebbe valida in termini legali.

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Tuttavia, la Procura che ha presentato ricorso non si è fermata a ciò: la psicoterapia può (e deve) proseguire in carcere. Questo perché, secondo il pg, il supporto psicologico sarebbe tutto ciò che mantiene la donna in uno stato mentale non pericoloso per la società. In realtà, lo psichiatra che ha seguito la Franzoni nel suo percorso verso l’odierna stabilizzazione psichica la pensa in tutt’altri termini. Questi, infatti, aveva chiarito espressamente che la famiglia in questo momento è quanto può aiutare di più la donna a tornare alla sanità mentale e lasciarsi alle spalle il passato tanto sofferto in cella.