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Gaza, raggiunto parziale accordo: tregua di 72 ore

 

Finalmente è stato raggiunto un accordo, seppure temporaneo. Israele e gli estremisti islamici di Hamas hanno deciso di sedersi attorno ad un tavolo per cercare di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti e, soprattutto, per mettere fine allo scempio che si sta consumando nella dilaniata striscia di Gaza. Si parte da un piccolo, ma significativo passo: un “cessate il fuoco” di 72 ore, che permetta alla popolazione di Gaza di seppellire e piangere i suoi morti e di soccorrere i suoi feriti. I numeri di questa guerra “fratricida” sono esorbitanti: con le ultime 16 vittime, registrate poco prima dello “stop” ai bombardamenti su Gaza, il bilancio dei morti sale a circa 1440, mentre i feriti si assestano a poco più di 8mila. Tra questi, moltissimi civili, donne e bambini: il massacro sulla striscia di Gaza non fa sconti.

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CONFRONTO EGIZIANO. Le delegazioni israeliane e palestinesi si sono date appuntamento al Cairo per “Intraprendere negoziati con il governo egiziano per tentare di raggiungere l’ accordo su un cessate il fuoco durevole a Gaza”: lo ha reso noto il Portavoce ONU Stephane Dujarric, in un comunicato stampa congiunto con il Segretario statunitense John Kerry. L’ intento è di intavolare tutte le problematiche che potrebbero impedire una pace più duratura tra i due contendenti, nella speranza di trovare dei punti coincidenti che permettano una tregua più duratura e, magari, definitiva. “Contiamo su un continuo sforzo internazionale di collaborazione per aiutare l’ Egitto e le parti a raggiungere una tregua che possa durare”, sentenzia il comunicato.

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SPIRAGLIO DI PACE. “Questo cessate il fuoco a Gaza – incalza la Dujarric – è fondamentale per dare a civili innocenti una tregua necessaria dalla violenza”. La situazione, però, resta delicata e non solo sulla striscia. Sul piano diplomatico, la tensione resta altissima. Mentre l’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Navi Pillay accusa gli USA di fornire armi allo Stato d’ Israele, Egitto, Arabia Saudita e Giordania hanno fatto sapere di sostenere apertamente Israele. Hamas sarebbe peggio di Netanyahu, questo sembrerebbe essere il pensiero degli Stati arabi. Il motivo di tale esplicito appoggio, però, sarebbe legato poco agli ideali eroici incarnati da Israele, e molto agli interessi economici che legherebbero l’ Arabia e le altre Nazioni filo-israeliane al Governo Netanyahu. Così, mentre le grandi potenze mondiali ed i due contendenti alla vittoria bellica tessono le loro trame, a Gaza continuano a morire persone innocenti.