NAPOLI – Due giorni dopo la morte di Davide Bifolco, arrivano le prime parole del carabiniere indagato per omicidio colposo. Agli atti dell’inchiesta, l’agente di polizia racconta con estrema precisione quanto accaduto la notte del 5 settembre nelle strade del rione Traiano. “Perché ho sparato? Sono inciampato. Perché avevo la pistola con il colpo in canna? Credevo fossero armati. Avevo nella destra la mia arma con il colpo in canna e con la sinistra cercavo di bloccare il soggetto con il giubbotto rosso che stava per scappare di nuovo (Salvatore Triunfo, l’amico della vittima)”.
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LA SUA RICOSTRUZIONE – Il carabiniere è un uomo di 32 anni, con oltre 11 anni di esperienza e da tempo al reparto Radiomobile. Ai procuratori aggiunti dell’indagine, Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio, dà una ricostruzione diversa dei fatti: dalle 22.30 lui e il suo collega erano sulle tracce di Arturo Equabile, 25enne latitante dallo scorso febbraio dopo essere scappato dai servizi sociali. Verso le 2.30 arriva una segnalazione: Arturo Equabile è su una moto con altri due giovani. I ragazzi non si fermano all’alt e così inizia l’inseguimento: “ Arriviamo fino al senso rotatorio di via Cinthia e quando loro svoltano, io riconosco seduto proprio in mezzo il soggetto: Equabile”.
E’ a questo punto che il carabiniere scorge qualcosa di metallico, probabilmente una pistola: “Vedo una sorta di scintillio, che proviene da qualcosa di metallico, il soggetto ce l’ha nella sinistra”. L’inseguimento continua fino a quando “lo scooter perde velocità e si arena. Noi ormai non riusciamo a fermarci e finiamo per toccarli e farli cadere”. Il suo collega insegue Arturo Equabile, che scappa subito dopo la caduta dalla moto. Così il 32enne carabiniere rimane solo con Salvatore Triunfo e Davide Bifolco.
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LA MORTE DI DAVIDE – “Preciso che in quella circostanza esco dall’auto con la pistola nella destra e il colpo in canna per difendermi. Con la mano sinistra trattenevo il soggetto (Salvatore Triunfo, ndr) che cercava di divincolarsi e con la destra tenevo l’arma. A quel punto sono inciampato sul marciapiede e stando per cadere, ho inavvertitamente fatto esplodere un colpo”. L’altro ragazzo, Davide Bifolco, viene colpito dal proiettile e cade a terra: “Gli ho tastato il posto, con esito infausto”. L’agente di polizia ribadisce nella sua ricostruzione che “io non ho mai puntato la pistola né contro quel giovane, né contro altri presenti”.