La legge di stabilità è stata approvata dal Consiglio dei Ministri ed è pronta per essere presentata al Parlamento e all’Unione Europea. Una manovra complessiva di 36 miliardi, sei in più di quelli previsti negli scorsi, 18 miliardi di tasse in meno. La legge di stabilità include tutte le spese e le entrate della politica economica italiana, che si devono compensare e bilanciare: 36 miliardi di entrate nelle casse dello Stato, 36 miliardi di uscite e di spesa pubblica. Ecco l’analisi completa, punto per punto, della legge di stabilità presentata da Matteo Renzi.
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LE ENTRATE – Sul lato delle entrate, i 36 miliardi sono così spartiti: quindici di Spendind Review (sulla base del lavoro e dalle indicazioni riportate da Carlo Cottarelli), undici di aggravio del deficit (che rientra comunque entro i parametri di Maastricht del 3%, attestandosi al 2,9% in rialzo rispetto al 2,4% della scorsa legge di stabilità), uno dalle slot machine, 0.6 dalla banda larga, 3.6 dalle rendite finanziarie, 1 di riprogrammazione ed, infine, 3.8 dalla lotta all’evasione fiscale. A questo proposito, è lo stesso Renzi ad affermare: “ Quella all’evasione fiscale è una grande battaglia che non si fa attraverso la lotta al cliente che esce dal negozio ma dall’incrocio delle banche dati”.
SPESA PUBBLICA – La prima notizia è la conferma del bonus degli 80 euro, per una spesa totale pari a 9.5 miliardi: “Speravo fossero 10 ma sono comunque la conferma sistematica del bonus alla faccia di tutti quelli che hanno detto che non ce la facciamo”. Nella Legge di Stabilità sono presenti inoltre 100 milioni di euro a garanzia dell’anticipo del trattamento di fine rapporto (TFR) per chi vorrà averlo in busta paga. Tra le varie spese, spiccano i 500 milioni destinata alla scuola per assumere tutti i 149mila insegnanti della graduatorie a esaurimento e il milione e mezzo di ammortizzatori sociali in più.
NESSUN ALIBI PER LE IMPRESE – Per quanto riguarda le imprese, lo Stato destinerà 1.9 miliardi come sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato e 5 miliardi per l’eliminazione della componente lavoro dell’Irap, tassa peraltro già tagliata dal governo Renzi del 10%. Dunque, nessuna alibi per gli imprenditori: ora è il momento di assumere senza timori e di svoltare. “Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mamma mia, cosa vuoi di più? Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione”, queste le parole del Presidente del Consiglio.
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IL FRONTE EUROPEO – In giornata sono arrivati i primi avvertimenti al governo dall’Europa, attraverso le parole del portavoce del commissario agli affari economici Jyrki Katainen: “Le cifre precise devono essere aggiornate alla luce delle previsioni autunnali”. Parole rispedite al mittente da parte dello stesso Matteo Renzi, durante la conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità: “Noi pensiamo che per l’Italia valga la duplice categoria delle circostanze straordinarie: riforme strutturali e situazione attuale dell’economia. La situazione è evidente: abbiamo inserito un aggiustamento strutturale, ma siamo comunque disposti a dialogare con la commissione di oggi e domani. Noi siamo dentro il rispetto delle regole europee per come la Ue le ha spiegate. Se ci sono questioni specifiche comunque rispondiamo”.