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Isis, conferme dal governo Iraq: ferito al Baghdadi, ucciso il suo “braccio destro”

 

BAGHDAD – Giallo sulla morte di Abu Bark al Baghdadi, leader dell’Isis, dichiarato morto a seguito di un raid aereo ad Al Quaim nella zona ovest della provincia di Al Anbar. La notizia della presunta morte è giunta dal “presunto” profilo Twitter del ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari.

Il ministro aveva già confermato che il califfo dell’Isis era rimasto ferito durante un attacco aereo nel quale, secondo quanto riporta l’agenzia irachena Nina, si è registrato la morte di diversi leader dello Stato Islamico. Gli Stati Uniti avevano fissato una taglia di dieci milioni di dollari su al Baghdadi.

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DIVERSE VERSIONI – La versione proveniente dal Ministero degli Esteri iracheno è completamente diversa da quella fornita dal portavoce del Comando centrale delle forze americane. Il colonnello Patrick Ryder ammette che è stato effettuato un attacco aereo americano contro un convoglio dell’Isis nella zona nord dell’Iraq, vicino a Mosul, nel tentativo di uccidere il califfo. Ryder, però, non è in grado di confermare la presenza del capo dell’Isis.

Da Baghdad, invece, fanno sapere che sono stati i caccia iracheni ad effettuare degli attacchi in una zona diversa dell’Iraq (provincia occidentale di Al Anbar, ndr). Il califfo sarebbe rimasto ferito mentre sono stati uccisi alcuni suoi collaboratori. Il ministero dell’Interno aggiunge che il capo dell’Isis si è spostato in Siria, in una regione sotto il controllo dei miliziano per ricevere delle cure. La fonte, infine, ammette che il raid aereo ha colpito una scuola nella località di Saada dove al Baghdadi ed altri capi dell’Isis stavano tenendo un incontro con un altro “gruppo terroristico”. Nell’attacco sarebbero rimasti uccisi circa 40 miliziani.

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La televisione satellitare al Arabiya conferma la morte del braccio destro di al Baghdadi durante un raid aereo compiuto da aerei Usa contro la cittadina di Qaim, sul confine iracheno-siriano. L’emittente pubblica la foto di Auf Abdulrahman al Afri, conosciuto anche come Abu Saha, uno strettissimo collaboratore del califfo definito come “il più importante esponente dell’organizzazione”. Inoltre, continua affermando che “si dà per certa la sua morte assieme ad altri 20 presi di mira nello stesso raid”.