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Da Borghezio a Sgarbi: i politici e il loro amore-odio per il Sud

 

Dura la vita per il centro-sud Italia. Immigrazione, criminalità organizzata, assenza di lavoro sembrano non essere le uniche grane che il nostro Stivale – da Roma in giù, intendiamoci – deve affrontare. Sia chiaro, tutta l’ Italia vive uno stato di inadeguatezza, piegata da una crisi economica e di valori senza precedenti. Di tali incertezze sembrano farne principalmente le spese, però, la Capitale e tutto il sud Italia. Nelle ultime ore, Roma è stata preda di una sorta di “faida” che ha visto gli abitanti del Quartiere di Tor Sapienza protestare contro l’ eccessiva ondata Rom nella Capitale. “Non siamo razzisti, ma solo stanchi” hanno lamentato pensionati, madri, cittadini qualunque che sono nati e cresciuti nel Quartiere: gente onesta che paga le tasse alla quale, però, la politica nostrana non sa nè vuole, probabilmente, dare risposte certe.

La politica, però, non è stata a guardare. Il sindaco Marino, che continua ad essere contestato dai Capitolini, ha accettato di buon grado i fischi. I cittadini chiedono a gran voce la “testa” del Primo Cittadino, già nel mirino della trasmissione “Le Iene” (questa, però, è un’ altra storia). Altra figura di spicco del Governo fortemente osteggiata è Angelino Alfano che, da “Mare Nostrum” in poi, ha letteralmente perso il controllo dei flussi migratori che – neanche a farlo apposta – prima di spostarsi per lo Stivale “intasano” le coste del sud Italia. A sorpresa, mette piede a Roma un personaggio tanto inaspettato quanto, per certi versi, controverso: si tratta di Mario Borghezio, nome di spicco della Lega Nord e protagonista, nel corso della sua lunga militanza nel Carroccio, di siparietti ai limiti del grottesco. Cosa ci fa un leghista, che qualche anno fa urlava a squarciagola lo slogan “Roma ladrona”, nel centro-sud tanto ripudiato dalla Lega? “Sono venuto a parlare con i cittadini”, aveva dichiarato il politico, che però a Tor Sapienza non si è visto (ha incontrato gli abitanti del Quartiere in un bar poco vicino alla zona).

Il politico “verde” ha puntato subito il dito contro Ignazio Marino: “Non escludo  di andare a prendere “delicatamentè” Marino per il collo per portarlo qui”, ha dichiarato Borghezio, acclamato dai militanti di Casapound. Ai giornalisti, che chiedevano curiosamente il motivo della presenza di Borghezio nella Capitale, il politico del Carroccio ha dapprima precisato il senso dello slogan “Roma ladrona” (“Non è riferito ai Romani, ma alla Roma politica”), concludendo poi con una dichiarazione che, per alcuni, potrebbe risultare quasi una minaccia: “Vorrei prendere la cittadinanza romana, e diventare mini-sindaco del Municipio di Tor Sapienza. Così dò sicurezza a tutti“. Mica male, per un militante in un gruppo politico che fa della secessione tra nord e sud del Paese il suo cavallo di battaglia.

Succede anche questo nel nostro Bel Paese: che, in pieno periodo elettorale, politici e politicanti perorino cause sino a quel momento ignorate. In tale prospettiva, Matteo Salvini avrebbe scelto, stando ad alcune indiscrezioni, di combattere al fianco dei Campani in difesa degli abitanti della Terra dei Fuochi. Ma come, il leader della Lega Nord al fianco dei “sudisti”? E’ la fine del Mondo? Inutile sforzarsi di immaginare una qualsivoglia reazione di giubilo di Napoletani e abitanti del sud, che hanno ideato un hashtag che ben esplica la posizione di partenopei e non all’ insolita iniziativa di Salvini: #salvinistattacas! Più chiaro di così, si muore.

Ritorniamo, quindi, alla triste ma consolante, sotto certi aspetti, “normalità”. Nel nostro Bel Paese accade anche che, un noto e verace critico d’ arte reinventatosi politico decida di scagliarsi contro l’ estremo sud Italia. La punta dello Stivale entra nel mirino del focoso Vittorio Sgarbi, che non perdona ai reggini l’ affronto di non aver prestato i propri Bronzi alla causa dell’ Expo milanese. “La scelta è stata politica e non tecnica – accusa Sgarbi che, improvvisatosi moderno Cristoforo Colombo, aggiunge con eleganza – gli unici che hanno rotto i coglioni sono quelli di Reggio, che non è nemmeno in Italia“. Immediata la replica dei non-italici che, per bocca della grillina Federica Dieni scelgono di rispondere al politico e critico d’ arte impartendo una piccola lezione di stile: “Il critico sarà bravo in storia dell’ arte, ma dovrebbe prendere qualche ripetizione di storia e di geografia” risponde, ironica, la Dieni.

“Il nome Italia infatti – continua la deputata – nell’ antichità si riferiva solo alla parte posta nell’ estremo meridione della Penisola, la Calabria per l’ appunto. Reggio dunque si trova in Italia. Questo, però, non è vero solo perché è il suo territorio ad aver dato il nome alla Nazione. I Reggini, infatti, come gli altri Italiani, l’ hanno costruita col sangue, col lavoro e con i sacrifici l’ Italia, generazione dopo generazione”. Ira funesta contornata, è proprio il caso di dirlo, di una buona dose di faccia di bronzo: Sgarbi rilancia in auge la politica distruttiva ai danni del nostro centro-sud. Onorevoli leghisti, prendete nota.