Un vero e proprio appuntamento con la Storia, quello registratosi oggi nelle austere stanze del Parlamento Europeo a Strasburgo. Proprio nelle sale dove i “potenti” del Vecchio Continente legiferano sul futuro della nostra Nazione, ha fatto capolino un attesissimo ospite: nientemeno che Papa Francesco. Il Pontefice, che da tempo aveva pianificato questa visita, non è riuscito a trattenersi a lungo; è riuscito però a lasciare la sua impronta, come nel suo stile, con un discorso dai toni forti che ha suscitato moltissimi applausi tra i presenti. La speranza del Papa, come quella di tutti i cittadini europei, è che le sue parole abbiano fatto anche riflettere i membri del Parlamento Europeo, portando magari una ventata di cambiamento non solo all’ interno di quelle stanze quasi “proibite”.
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“EUROPA MALATA DI SOLITUDINE”. Il Santo Padre, dopo aver firmato l’ Albo d’ onore riservato ai grandi ospiti in compagnia del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, ha fatto il suo ingresso trionfale all’ interno dell’ emiciclo di Strasburgo. E’ stato lo stesso Schulz ad introdurre il breve ma intenso intervento del Papa, che ha subito sottolineato, con il suo solito stile semplice ma diretto, tutti i problemi che affliggono il Vecchio Continente. “Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?”. “Dignità”, è questa una delle parole chiave dell’ intervento di Papa Bergoglio, da contrapporre alla sempre crescente solitudine che sta attanagliando la “nonna” Europa. “La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore”.
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MARE COME CIMITERO. Altro punto centrale del sentito discorso del Papa è stato quello dell’ immigrazione. “Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!” ha tuonato, seppure con voce piena di tenerezza, Josè Bergoglio. Il Papa ha poi sottolineato ai potenti europei la necessità di un piano comune per arginare i continui decessi di extracomunitari che tentano, spesso con esiti drammatici, di cambiare vita attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. “E’ necessario agire sulle cause, non solo sugli effetti – ha incalzato Papa Francesco – L’ Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’ immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’ accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti”.
Le ultime parole del Papa sono tutte per un’ Europa, a detta del Pontefice, stanca e demoralizzata, che tuttavia ha tutte le armi per rialzarsi: in primis la famiglia. “Unita, fertile e indissolubile, porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro”. Non bisogna, poi, sottovalutare la fede religiosa: “Un’ Europa – ha ammesso il Papa – che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità, può essere più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente”.