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Scuola, Corte Ue contro l’Italia: “Non rispetta la legge sui contratti”

La Corte di Giustizia europea attacca la normativa sui contratti nella scuola italiana. “La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”.

Presidente Codacons Carlo Rienzi

 

La sentenza arriva in risposta alle perplessità della Corte Costituzionale e del Tribunale di Napoli “se la normativa italiana sia conforme all’accordo quadro dell’Ue sul lavoro a tempo determinato e, in particolare, se quest’ultimo consenta il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, senza la previsione di tempi certi per l’espletamento dei concorsi ed escludendo qualsiasi risarcimento del danno subito a causa di un siffatto rinnovo”.

Il tutto è nato…

Il tutto è nato dalle cause presentate da un gruppo di lavoratori precari assunti in alcuni istituti pubblici come insegnanti e collaboratori amministrativi sulla base di contratti di lavoro a tempo determinato. Sicuri dell’illegittimità di tali contratti, le persone in questione hanno chiesto la riqualificazione dei contratti in lavoro a tempo indeterminato, il pagamento dei contratti relativi ai periodi di interruzione, un risarcimento per i danni subiti e il ruolo.

 

La Corte Ue evidenza, in tale situazione, come “l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato non ammette una normativa che, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali dirette all’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, autorizzi il rinnovo di contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l’espletamento delle procedure concorsuali ed escludendo il risarcimento del danno subito per tale rinnovo”.

La legge italiana…

La legge italiana inoltre “non prevede criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo risponda ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine e non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a tali contratti”. Quindi, trattandosi di un rinvio definito pregiudiziale dove i giudici degli Stati membri possono interpellare la Corte Europea, quest’ultima non ha risolto la problematica.

La sentenza quindi…

La sentenza quindi “è destinata a fare da apripista e dare una speranza alle centinaia di migliaia di precari che da anni coprono posti vacanti facendo funzionare le scuole, gli enti di ricerca, le università e tutte le pubbliche amministrazioni”, afferma il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo. “Renzi non può più sostenere che il sindacato difende i garantiti! Finalmente  le ragioni dei precari, stabilità del lavoro e equa retribuzione, sostenute dalla Flc-Cgil anche in migliaia di ricorsi sono state riconosciute alla luce del sole. Adesso sfidiamo il Governo a dare immediata attuazione alla sentenza stabilizzando tutti i precari e non solo quelli iscritti nelle graduatorie a esaurimento. Ma non ci fermiamo qui. Stiamo chiedendo che nelle elezioni nel pubblico impiego delle Rsu di marzo ai precari venga riconosciuto il diritto a candidarsi e a votare”.

“Nel rinnovo dei contratti nazionali – aggiunge Pantaleo – rivendicheremo uguali retribuzioni e diritti tra lavoratori precari e a tempo indeterminato. La Flc-Cgil vuole unire il mondo del lavoro e per queste ragioni continueremo a lottare per cancellare il precariato. Invece il Governo Renzi con il Jobs Act allarga la precarietà e riduce il lavoro a merce per rispondere agli interessi delle imprese e dei poteri forti. La sentenza della Corte di giustizia europea rafforza le ragioni dello sciopero generale del 12 ottobre”.

Il senatore…

Il senatore Fabrizio Bocchino, vicepresidente della commissione Istruzione a Palazzo Madama, ha affermato: “Giustizia è fatta. Una bella notizia per i precari della scuola che in maniera reiterata negli anni hanno visto lesi i propri diritti”.

La decisione della Corte di Giustizia Europea sulla scuola “accoglie in pieno le richieste avanzate dal Codacons, associazione che ha ottenuto finora circa 2.200 vittorie nei tribunali di tutta Italia in favore dei docenti precari”. L’associazione dei consumatori si definisce soddisfatta per il risultato della sentenza: “Avrà conseguenze pesanti per lo Stato Italiano. La decisione della Corte Ue, infatti, – afferma il Presidente Carlo Rienzi – spiana definitivamente la strada a una valanga di ricorsi da parte dei 150.000 precari della scuola che si sono visti rinnovare negli anni i contratti a tempo determinato, in totale spregio delle norme comunitarie e subendo un danno economico ingente. Non a caso i giudici italiani hanno finora riconosciuto i diritti dei docenti precari da noi assistiti, condannando il Ministero dell’istruzione a pagare risarcimenti e scatti di anzianità per complessivi 2.766.000 euro”. Il Codacons, inoltre, invita tutti i precari ad aderire all’azione legale avviata “poiché alla luce della sentenza della Corte di giustizia Europea sarà possibile ottenere il giusto risarcimento danni in tribunale”.