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Charlie Hebdo come le Torri Gemelle: attentato alla Libertà

 

Una delle più toccanti vignette commemorative dedicate a Charlie Hebdo

Charlie Hebdo come le Twin Towers, un sanguinoso attentato ad una redazione giornalistica come la missione kamikaze avvenuta l’ 11 settembre del 2001. Ieri come oggi, tutti i più grandi baluardi della società civilizzata vengono presi di mira da fondamentalisti convinti di agire in nome della religione. Oggi come ieri, un manipolo di esaltati ha fatto irruzione nell’ Occidente “civilizzato”, mietendo delle innocenti vittime in nome di Allah, di Maometto, della religione musulmana. Ma fede e credenze poco hanno a che fare con il barbaro massacro avvenuto nella giornata di ieri nella redazione del magazine satirico Charlie Hebdo, costato la vita a 12 persone, tra le quali il direttore del giornale, due poliziotti ed alcuni vignettisti. La colpa di questi “patrioti” è stata quella di aver ironizzato su Islam, Isis e tutto quello che all’ uomo comune fa paura. “Non ammetterò mai di avere paura, sarebbe come piegarsi ai terroristi” aveva dichiarato un paio di anni fa il direttore Charb – al secolo Stéphane Charbonnier ad una giornalista di Sky. Non aveva nulla da perdere il cuore pulsante di Charlie Hebdo: non aveva una famiglia, nè un auto, non un immobile di proprietà. La sua vita era tutta dedicata alla diffusione della libertà d’ espressione, con ogni mezzo, anche a costo della vita.

Hollande e Charlie Hebdo


Libertà, uno dei principi fondamentali sui quali si fonda la Repubblica francese e non solo. Libertà, Uguaglianza, Fratellanza: tre diritti inalienabili di ogni essere umano, calpestati in un colpo solo nella giornata di ieri dalla terribile carneficina portata avanti da tre giovani esaltati nella redazione di Charlie Hebdo. Un atto infamante, che ha unito il destino di 12 persone per sempre, in nome del sangue e dell’ amore per la violenza. Nel lontano – ma sempre nitido – 11 settembre 2001, nel mirino dei terroristi guidati da Osama Bin Laden entrarono gli USA ed il loro inarrestabile progresso socio-economico. Le Torri Gemelle, simbolo del benessere e della ricchezza degli Americani, vennero rase al suolo con una tale, disarmante semplicità da impietrire il Mondo intero, preso alla sprovvista da tanta crudeltà. La motivazione principale di questi terroristi, galvanizzati dal successo della loro “campagna fratricida”, era quella di abbattere gli “infedeli”, ovvero l’ intero Emisfero Occidentale, fulcro dell’ evoluzione economica e politica del Globo, terra delle opportunità e del esercizio delle proprie libertà personali. Già, la libertà. E torniamo a ieri, all’ aggressione portata avanti, con un vero arsenale da guerra, ai danni di Parigi, della Francia, di Charlie Hebdo.
Personalmente reputo il fumetto una delle più belle forme d’ espressione artistica e di pensiero; puoi anche non leggere le parole riportate su un quotidiano, ma non puoi evitare di lanciare un’ occhiata, seppure fugace, alla vignetta del giorno. Irriverente, ai limiti del buon gusto, azzeccata o insulsa, l’ opera attira, piace, stimola riflessione: è emblema di una libertà agognata, per la quale Charb e tutti i vignettisti di Charlie Hebdo hanno lottato con rispetto e dignità.
Se l’ 11 settembre 2001 il Mondo civilizzato ha unito le forze per rivendicare la strapotenza economica di USA e non solo, attaccare Charlie Hebdo è come tentare di polverizzare la libertà di ogni singolo individuo. Parigi, motore della cultura, della moda e dell’ arte non resta però a guardare. I Francesi scendono in piazza, fiaccole e matite alla mano, a simboleggiare che, come il “martire” Charb, non si faranno mai piegare dall’ ignoranza dei fondamentalisti, che credono di fare il bene del “loro” Dio attraverso sacrifici di Suoi figli innocenti. Come funghi spuntano sul web hashtag, vignette commemorative, epitaffi in onore degli “eroi” di Charlie Hebdo, gladiatori nell’ arena dei terroristi, vincenti nonostante abbiano esalato l’ ultimo respiro senza neanche avere avuto la possibilità di potersi difendere. Ogni libertà è stata lesa, ma non estirpata dal cuore dei giornalisti e dei poliziotti caduti; siamo tutti dritti in piedi di fronte ai terroristi. Non abbiamo più paura. Siamo tutti Charlie Hebdo.