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Ebola, il virus sta mutando: “I farmaci non saranno efficaci”

La Società italiana di malattie infettive ammette: “Il virus Ebola è mutato e muterà ancora, quindi i farmaci possono non essere più efficaci e i nuovi vaccini prodotti potrebbero non essere validi né ora né nel medio lungo termine”. Il presidente Massimo Andreoni lancia l’allarme il giorno dopo la dichiarazione del ministro della Salute del Mali riguardo alla “fine dell’epidemia” dopo 42 giorni dove non si è registrato nessun caso di contagio. Le infezioni stanno diminuendo anche in Sierra Leone, Guinea e Liberia.

“Uno studio americano pubblicato sulla rivista specialistica mBIO ha confrontato le sequenze geniche di ceppi di virus Ebola che sono stati isolati negli anni 1970-90 con quelli isolati nelle ultime epidemie – spiega Andreoni – e ha dimostrato più di 600 mutazioni occorse in questi anni nel genoma virale. Questo dato è di grande rilevanza perché oltre a confermare la estrema capacità del virus a mutare pone importanti domande non solo sulla validità di farmaci sintetizzati in relazione alle caratteristiche genetiche dei virus circolanti alcuni anni fa e che potrebbero quindi non essere più efficaci, ma, soprattutto, sulla capacità protettiva dei nuovi vaccini prodotti lavorando su ceppi virali diversi dagli attuali. Infatti, le profonde mutazioni genetiche alle quali è andato incontro il virus potrebbero vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi per realizzare nuovi vaccini. Occorreranno nuove sperimentazioni per verificare se questi vaccini sono in grado di neutralizzare anche i ceppi virali di Ebola più recenti”.

Il virus Ebola è composto da sette geni che cambiano nel tempo accumulando mutazioni genetiche. Gli esperti, per delineare tali cambiamenti, hanno messo a confronto tre ceppi di Ebola: quello che attualmente circola (Ebov/Mak), uno isolato nello Zaire nel 1976 e uno nel 1995. Gli esperti hanno registrato l’accumulo di oltre 600 mutazioni dal 1976 ad oggi, di cui tre sono recentissime e si sono verificare nell’epidemia attualmente in corso. 

Medici al lavoro per salvare un contagiato

I numeri riguardanti l’epidemia, al momento, sono: oltre 8.675 vittime e più di 21mila contagi, per fortuna in forte calo. Medici senza frontiere aveva stimato che la situazione di “fuori pericolo” sarebbe giunta nel marzo 2015. Da Ginevra, il vice presidente dell’Oms ha dichiarato che è “cruciale conseguire risultati prima della stagione della pioggia, attesa in aprile-maggio, che renderà tutto più complesso. È una corsa contro il tempo”. A metà febbraio i fondi a disposizione dell’Oms saranno esauriti e sono necessarie ancora risorse sia umane che finanziarie. Il vice presidente ha spiegato che erano stati richiesti 350 milioni di dollari necessari per le operazioni nei prossimi sei mesi, ma ne mancano ancora 260.

Roberto Gallo, direttore dell’Institute of Human Virology della Maryland School of Medicine dell’università di Baltimora, tranquillizza gli abitanti europei e afferma: “Il vaccino esiste, la risoluzione del problema, nei Paesi del Terzo Mondo, è solo di natura clinico-infrastrutturale oltre che, ovviamente, economica”. Ha inoltre parlato del Gvn-Global virus network, una struttura di eccellenza a livello mondiale, focalizzando l’attenzione sulle pandemie per le quali vi è una certa minaccia di formazione di focolai: influenza, Sars, Mers, Ebola, Dengue, Norovirus, Chikingunya, Hiv e diversi altri virus relativi alle encefaliti. Per concludere, GSK ha fatto sapere che i primi vaccini contro l’Ebola sono già arrivati in Liberia.