Elezioni Grecia – Domani tutta la Grecia è chiamata alle urne: si vota per eleggere il nuovo Presidente. Syzira, candidato della sinistra radicale capeggiata da Tsipras, contro Samaras, capo del governo in carica e leader del centrodestra. Tsipras intende rinegoziare il debito greco ed opporsi alle politiche di austerità della Troika. Per questo motivo, l’esito di tali elezioni politiche potrebbe ridisegnare lo scacchiere europeo: i riflettori di tutto il continente sono puntati sulla Grecia.
Lo scenario maggiormente temuto in Europa è la maggioranza assoluta del partito di Tsipras: ipotesi difficile, ma non impossibile. Dei 300 seggi del Parlamento greco, 250 sono assegnati proporzionalmente, mentre i restanti 50 vengono assegnati, come premio di maggioranza, al partito che ha ottenuto più voti. Se Tsipras dovesse conquistare più di 150 seggi, otterrebbe la maggioranza assoluta e potrebbe imporre le proprie condizioni in Europa, vantando un forte consenso nel paese ed una posizione di forza in Parlamento.
Lo scenario più probabile è quello di un governo di coalizione guidato dallo stesso Tsipras, nel caso in cui il partito di sinistra radicale non riuscisse ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Sarebbe dunque necessario coinvolgere altre forze politiche, formando un governo dalle larghe intese. Tsipras potrebbe allearsi con il Partito Socialista o con To Potami (Il fiume): entrambi i partiti hanno posizioni meno intransigenti nei confronti dell’austerità e del debito pubblico. L’altra possibilità è un’alleanza con il Partito Comunista, anch’esso caratterizzato da posizioni anti austerity ma ideologicamente lontano dal partito radicale di Tsipras.
Il terzo scenario è rappresentato da un governo di coalizione guidato da Antonis Samaras, anche se gli ultimi sondaggi parlano di un notevole distacco dal partito di Tsipras, pari a 6 punti percentuali. Tuttavia, nel caso in cui Tsipras non riuscisse a formare un governo di coalizione, l’onere spetterebbe a Samaras, che potrebbe coalizzarsi con Pasok, partito vicino alle posizioni del premier uscente. In questo caso, non ci dovrebbero essere grosse difficoltà nel negoziare un nuovo accordo con l’Europa e con la Troika. Se nessuno dei due partiti riuscisse a formare un governo di coalizione, si tornerebbe al voto. Su tale scenario peserebbe l’elezione del Presidente della Repubblica, rinviata lo scorso dicembre. Infatti, è stata proprio la fumata nera per l’elezione del Capo dello Stato greco a portare alle elezioni anticipate che si svolgeranno domani. In questo caso, i negoziati con la Troika si congelerebbero in attesa di un nuovo voto.