Napoli – Lavoratore irreprensibile di giorno, spietato orco di notte: questo l’ inquietante profilo di un uomo, 46enne padre di due bambine, che nella serata di venerdì sarebbe finito in manette con la pesante accusa di pedofilia. Il professionista, conosciuto nella provincia di Napoli proprio per la sua “verve” integerrima sul posto di lavoro, avrebbe adescato un 11enne offrendogli una pizza in cambio di un rapporto sessuale. Accordo, fortunatamente, mai portato a termine, perchè il pedofilo è stato colto in flagranza di reato nella sua auto, parcheggiata in Piazza Garibaldi.
Il pedofilo, bloccato appena in tempo da una coppia di agenti dell’ Unità Operativa Tutela Minori della Municipale partenopea, è stato immediatamente condotto nel carcere di Poggioreale. La Polizia ha posto sotto sequestro l’ auto del 46enne, il suo cellulare e persino il computer, quasi certamente per ricercare materiale pedo-pornografico. Sotto choc la moglie del pedofilo, anch’ ella conosciuta e stimata professionista. Non sorprende, dunque, scoprire che la principale preoccupazione del 46enne posto agli arresti fosse proprio per la sua reputazione e per quella della sua consorte. Non sorprende, ma indigna e sconcerta sapere che i primi pensieri dell’ orco “perbene” non siano andati alla sua quasi vittima, un bimbo che avrebbe dovuto offrirgli tutta la sua innocenza per un trancio di pizza. Un aneddoto terrificante, che rende ancora più torbida una vicenda già di per sé squallida. Come può un padre di famiglia e uomo apparentemente irreprensibile tentare di abusare del figlio di qualcun’ altro? La pedofilia sembra esser sempre più una piaga inguaribile, ma non invincibile: in tal senso, è encomiabile il repentino intervento delle forze dell’ ordine per bloccare questi energumeni che rubano l’ infanzia a migliaia di bambini di tutto il Mondo. Non si può che provare rabbia per un pedofilo la cui unica preoccupazione, dopo aver stravolto la vita della sua vittima e persino dei suoi cari, è quella di mantenere intatto il suo “buon nome”.