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Yara, svolta choc: un’intercettazione inchioda Bossetti

Una nuova, inquietante intercettazione inchioderebbe Massimo Giuseppe Bossetti come l’ omicida di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra trovata cadavere il 26 febbraio di 4 anni fa. Un’ inchiesta, quella legata al truce assassinio dell’ adolescente, ricca di spunti inquietanti, intrighi, mezze verità. Negli ultimi giorni era emersa la vena più bugiarda di Bossetti, soprannominato “favola” dai suoi conoscenti per il suo vizio di raccontare bufale dalle proporzioni talvolta gigantesche. Come il suo presunto tumore, emerso dal nulla e presto smentito. Bugie che hanno minato anche la fiducia di Marita Comi Bossetti, che ha da sempre sostenuto l’ innocenza di suo marito Massimo.

L’arte di mentire sarebbe insita nella famiglia dell’ uomo, nato da una relazione extraconiugale tra la madre ed il vero padre del sospettato, Giuseppe Guerinoni. Questione perennemente smentita dalla signora Ester Bossetti, nonostante il DNA parli chiaro.
E mentre vengono rimesse in discussione anche le aggressioni subite dalla gemella di Massimo Bossetti, un’ intercettazione choc dimostrerebbe la presenza del muratore proprio sulla luogo del delitto, il tristemente noto campo di Chignolo d’ Isola.
Ecco l’intercettazione che inchioda Bossetti:

“IL CAMPO ERA BAGNATO”. Il 23 ottobre, Massimo Giuseppe Bossetti riceve la visita di sua moglie Marita Comi in carcere. I due parlano del caso, soffermandosi sulle probabili ipotesi che avrebbero spinto Yara a seguire l’ uomo in macchina. “L’ho sempre detto anche al PM. Diamo il caso che sia stato io, come voi dite, come avrei potuto fare a fermarmi davanti alla palestra o per casa sua?”, chiede Bossetti alla moglie, che prontamente gli risponde: “Dicono che l’ hai convinta a salire”. “Come se la conoscevo, a sto punto”, ribatte il presunto assassino di Yara. Che aggiunge: “Poi un’ altra cosa, una ragazza si divincola, giusto? Poi gli ho detto, anche se dovessi essere stato io a rincorrerla in un campo, diciamo che in quel periodo lì pioveva, o nevicava, ti ricordi?”.
Marita Comi, sempre più incerta, risponde al marito, scatenando la risposta che, secondo gli inquirenti, tradirebbe il finto alibi di Bossetti. “Quella sera lì no, però”, ribatte Marita. “Però il campo era bagnato – conclude l’ uomo – la terra impalciata e tutto, se corri in un campo, è facile che le scarpe si perdano“. 

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YARA CONOSCEVA IL SUO ASSASSINO? Gli investigatori non nutrono alcun dubbio sul coinvolgimento attivo di Bossetti nell’ omicidio della piccola Yara Gambirasio. L’ intercettazione, infatti, dimostrerebbe come “Tale commento sia verosimilmente frutto dell’ esatto e non confessato ricordo dell’ accaduto“. Come se non bastasse, un’ altra tegola si sarebbe abbattuta sull’ uomo: una testimonianza chiave dimostrerebbe come Bossetti e Yara, in realtà, si conoscessero. La signora Alma Azzolin, madre di una ragazzina che frequentava la stessa palestra della 13enne, avrebbe confermato agli inquirenti di aver visto la vittima ed il suo presunto carnefice tre mesi prima della scomparsa della giovane. Stando alle dichiarazioni della donna, nel settembre del 2010 Yara sarebbe salita sull’ auto di Bossetti per parlare. Il mezzo era parcheggiato proprio davanti al Centro Sportivo di Brembate, dove Yara sosteneva i suoi allenamenti. La signora Azzolin, sottoposta a ben due interrogatori nel novembre 2014, avrebbe identificato la ragazzina dopo che gli investigatori le avevano mostrato una fotografia della 13enne. Ultime, ma non per importanza, le tesi legate al luogo dove Yara sarebbe stata brutalmente uccisa, che pare coincida con il ruolo del ritrovamento del cadavere. “Le indagini naturalistiche convergono nel concludere che il corpo di Yara Gambirasio è in via di elevata probabilità rimasto nel campo di Chignolo d’ Isola dal momento della sua morte, avvenuta a poche ore dopo la sua scomparsa, fino al momento del suo rinvenimento”, ha dichiarato l’ anatomopatologa Cristina Cattaneo che sta seguendo l’ intricata inchiesta. La dottoressa Cattaneo spiega che la prova di tale teoria stia proprio nel ciuffo d’ erba che la povera Yara stringeva nella mano destra al momento del ritrovamento del suo corpo. Secondo la Cattaneo, “Questa attività vitale di afferramento del terreno rivela un’ azione, anche involontaria o da spasmo terminale, avvenuta in quella parte del campo. Si può prospettare, in termini di alta verosimiglianza, che la Gambirasio sia morta nel campo ove fu rinvenuta cadavere il 26 febbraio 2011”. Nel frattempo, Bossetti tace. Il “favola” pare non abbia più altre storie da raccontare.