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Riforma Rai in Cdm: la nuova governance proposta da Renzi

La Riforma della Rai approda in Consiglio dei Ministri. A partire dalle ore 16 il premier Matteo Renzi e tutti i ministri si sono riuniti per discutere la nuova governance della televisione pubblica. La proposta prevede un consiglio di amministrazione composto da sette membri: quattro nominati dal Parlamento (due dalla Camera, due dal Senato), due dal Tesoro e il rimanente dai dipendenti Rai. Pertanto, si rafforzerebbe il ruolo del Governo che, attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sceglierebbe due membri del Consiglio di Amministrazione. Tra questi due soggetti, nominati dal Governo, verrebbe eletto l’Amministratore Delegato Rai, approvato dal voto dell’intero CdA a maggioranza semplice. Il modello è quello di una Rai come Società per Azioni, in cui verrebbero garantiti forti poteri all’amministratore delegato, e in cui il Governo assumerebbe una maggiore centralità.

Intanto, la minoranza del Partito Democratico ha presentato in Senato una contro-riforma. Questa diversa proposta di legge prevede la creazione di un “sistema duale“: un consiglio di sorveglianza di 11 componenti e un consiglio di gestione, direttamente nominato dal consiglio di sorveglianza e composto da un amministratore delegato, affiancato da due consiglieri. Un’ipotesi studiata dal sottogretario Antonello Giacomelli, ma bocciata dal Governo. I tempi sono stretti: Matteo Renzi vorrebbe approvare la riforma prima di maggio: data in cui scadrà l’attuale consiglio di amministrazione della Rai e bisogna provvedere ad eleggerne uno nuovo e l’auspicio del premier è che questo avvenga con i metodi stabiliti dalla nuova riforma.

Rai Renzi

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