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Effettuato il primo trapianto di cuore da cadavere in Europa

Nella Gran Bretagna è avvenuto il primo trapianto di cuore da cadavere in Europa: l’intervento è stato effettuato al Papworth Hospital nel Cambridgeshire su un uomo di Londra di 60 anni che ha ricevuto con successo un cuore da un cadavere. È il primo caso di trapianto di un cuore da paziente in stato di morte celebrale e i chirurghi dell’ospedale britannico hanno dimostrato che è possibile anche la riattivazione. Gli unici precedenti si sono avuti in Australia, lo scorso anno, e negli Stati Uniti.

“Prima dell’intervento riuscivo a malapena a camminare, ora mi sento più forte giorno dopo giorno ha raccontato il paziente che era in lista d’attesa per un cuore nuovo dal 2009 – e cammino senza problemi”. Secondo il capo dell’equipe medica, la tecnica utilizzata potrebbe determinare un incremento di un quarto per i trapianti di cuore nel Regno Unito andando a ridurre le interminabili liste d’attesa. Il cuore morto è stato riattivato nel paziente con una pompa, monitorandolo per un’ora prima del collegamento al sistema vascolare: in sostanza è stata usata la stessa procedura che i chirurghi usano per il trapianto di reni e fegato.

Il Primario di Cardiochirurgia del San Camillo di Roma, Francesco Musumeci, ha commentato: “Ipoteticamente si può pensare di trapiantare il cuore di un cadavere solo se l’organo viene prelevato nel giro di 10-15 minuti dopo che ha smesso di funzionare. Questo significa che l’equipe medica deve essere presente al momento della morte del donatore, un’evenienza non così comune da pensare di poter accorciare significativamente le liste d’attesa. Un cuore non può più essere trapiantato senza perfusione di sangue per più di 15 minuti. Ritengo che sia più probabile che i medici britannici abbiano prelevato subito l’organo dal paziente deceduto per poi trattarlo opportunamente fino al suo trapianto – ha spiegato il primario – . Sarebbe sicuramente la prima volta che viene eseguita una procedura simile sul cuore. Per fare una valutazione più corretta e onesta dell’intervento dovremmo avere tutte le informazioni necessarie e sarebbe più corretto aspettare di leggere la descrizione della procedura su una rivista scientifica”.

Infine, il sindaco di Roma Ignazio Marino chiede di adeguare le norme italiane e commenta: “La legge italiana richiede 20 minuti di cuore fermo prima di poter intervenire per la donazione, mentre le leggi di altri paesi europei, come l’Inghilterra e gli Stati Uniti, prevedono 5 minuti. Se rimane il tetto dei 20 minuti, in Italia non avremo mai la possibilità di utilizzare gli organi perché i tessuti, trascorso quel tempo, saranno già danneggiati.