Nanni Moretti – Le case di distribuzione cinematografiche sparano fuori film nelle sale di tutto il Mondo, di modo che nei vari periodi dell’anno solare nell’intero Emisfero ed in tutte le stagioni vengano distribuite immagini in digitale per gli appassionati della settima arte di tutto il Globo. La “piramide aziendale” del cinema non è del tutto chiara neanche agli addetti ai lavori; diciamo che più o meno l’idea la si può avere in testa, ma vuoi per motivi di vastità del panorama cinematografico, vuoi per l’essenza stessa del concetto cinema (la proiezione) è facile fare due conti ed accorgersi che gli stessi non tornano se si pensa di poter avere una visione lineare del fenomeno. Gli attori cinematografici sono quelli che vediamo per la maggior parte dei generi filmici sullo schermo, e sono anche i veri interpreti dell’arte stessa: un po’ come nel calcio, dove i protagonisti principali sono appunto i calciatori. Tuttavia nel cinema – che arte è, a differenza dello sport – il discorso è molto più complesso, perchè a prodotto finito, cioè a film uscito nelle sale, non sempre e a ragione si guarda solo il protagonista od i protagonisti del film, bensì si dà un’importanza piuttosto ampia a quello che ci sta intorno.
Quel che voglio dire è che se nel calcio, nel nuoto, nel tennis, nella tecnologia, nell’economia ed un po’ in tutti i campi si dà spesso attenzione solo al protagonista ed ai protagonisti, nel cinema non sempre è così. Spesso a rivestire un’enorme importanza sono anche i ruoli organizzativi, di scrittura delle storie raccontate, di particolari circostanti il prodotto finito. Per semplificare ulteriormente con un esempio calcistico, nel Real Madrid si parla di Ronaldo e Bale, magari un po’ di Ancelotti; allo stesso modo, in un colossal cinematografico come “Avatar” si parla soprattutto di tecnologia applicata, del regista (Cameron), della storia raccontata, del 3D, delle immagini e delle metafore. Di certo il Real Madrid non fa parlare di sè per l’elasticità del calzettone in abbinata ai paratibia di Ronaldo, tanto per intenderci.
Per questo ed altri motivi Nanni Moretti è un genio: mi spiego.
Il motivo per cui Nanni Moretti è un genio è che racchiude in ogni suo lavoro l’essenza del proprio ego che comprende tutti quei fattori che rendono definibile un film come prodotto cinematografico. L’ultima fatica di Nanni Moretti, dal titolo “Mia madre”, è appunto il sunto di quel che il noto regista italiano ha dato all’interno del prodotto finito, ossia ciò che Nanni Moretti ha messo e che trasmette allo spettatore durante la visione del film in sala. Che il film sia “targato” Nanni Moretti lo si capisce anche a non saperlo: esso è un prodotto in cui il regista/attore ha inserito in una storia ben raccontata tutto quanto se stesso, a cominciare dalla scelta attoriale e proseguendo con quelle che sono le parole dette, i concetti espressi e le metafore più o meno velate. Nanni Moretti è un genio, folle se vogliamo, ma genio. Nanni Moretti incarna il “Cinema” inteso come arte, intrattenimento, sentimento, utilità e concetto proiettivo: Nanni Moretti incarna appunto tutto questo. E questo è un po’ la somma di tutti i ruoli che il prodotto finito “film” ha in se ed attorno a sé, non giudicabile solo dall’attore che può più o meno piacere.
Per questo ed altri motivi Nanni Moretti è un genio.