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Australia, giovani italiani trattati da schiavi: “Raccolgono cipolle di notte”

AUSTRALIA – Più di 15mila ragazzi italiani si trovano in Australia con un visto temporaneo definito “Vacanza Lavoro”. qualcuno magari è partito in cerca di fortuna, altri per fare una nuova esperienza, ma nessuno di loro si sarebbe aspettato di subire molestie, abusi verbali e violenze sessuali. Tutta la vicenda è stata raccontata su un programma televisivo australiano, Four Corners, durante il quale diversi ragazzi inglesi e asiatici racconto delle storie da far rabbrividire. Da questi, purtroppo, non sono esclusi i nostro connazionali che sono sfruttati per raccogliere cipolle e altri ortaggi.

L’odissea è stata confermata da Mariangela Stagnitti, presidente del Comitato italiani all’esterno di Brisbane (Australia): “In un solo anno ho raccolto 250 segnalazioni fatte da giovani italiani sulle condizioni che avevano trovato nelle “farm” australiane. Alcune erano terribili”. Due ragazze le hanno raccontato di aver lavorato in un’azienda agricola che produceva cipolle rosse dalle sette di sera fino alle sei di mattina, con pioggia e freddo: “Non potevano neanche andare in bagno, dovevano arrangiarsi sul posto”. Un ragazzo, inoltre, era stato mandato sul tetto a pulire una grondaia piena di foglie. “È scivolato ed è caduto giù, ferendosi gravemente. L’ospedale mi ha chiamata perché il datore di lavoro sosteneva che aveva fatto tutto di sua iniziativa”.

Secondo i dati del dipartimento per l’Immigrazione, lo scorso giugno vi erano circa 145mila ragazzi in Australia con il visto “Vacanza Lavoro”, di cui oltre 11mila erano italiani. Proprio per i nostri connazionali arriva il maggior numero di richieste per un rinnovo ma, per ottenerlo, hanno bisogno di un documento che attesti come abbiano lavorato almeno tre mesi nelle zone rurali del Paese rendendoli preda di ricatti.

Stagnitti continua: “Alcuni datori di lavoro pagano meno di quanto era stato pattuito e, se qualcuno protesta, minacciano di non firmare il documento per il rinnovo del visto. Altri invece fanno bonifici regolari per sembrare in regola, ma poi obbligano i ragazzi a restituire i soldi in contanti. E poi ci sono i giovani che accettano, semplicemente, di pagare in cambio di una firma sul documento”. Infine, una notizia positiva: dopo la denuncia di Four Corners, il governo dello stato della Victoria ha avviato un’inchiesta contro le condizioni di lavoro nelle “farm” con l’intento di stroncare gli abusi e trovare nuove forme di regolamentazione.