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Stalker di 14enne rinviato a giudizio: tentò di comprarla

Lamezia Terme (Catanzaro) – Tentò di “comprare” la sua vittima, una 14enne ancora choccata dalle morbosi attenzioni del suo persecutore, offrendo alla famiglia dell’adolescente una cifra pari a 30mila euro. Accadeva a Lamezia Terme nel 2013. Un allora 33enne D.B., già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali, rese la piccola E.F. l’oggetto dei suoi desideri perversi: sms, regali, dichiarazioni d’amore trasformatesi in breve tempo in minacce neanche troppo velate resero alla giovane e alla sua famiglia la vita un inferno. Lo stalker, in questi giorni, è stato processato e rinviato a giudizio: è stato il GUP di Lamezia Terme Carlo Fontanazza a rendere ufficiale tale sentenza, accogliendo la richiesta congiunta della titolare dell’inchiesta PM Marta Agostini e di Caterina Berlingieri, avvocato della vittima e dei suoi familiari.

INFERNO. Non è forse un caso che a giudicare e condannare, in un certo senso, lo stalker D.B. siano state due donne – un PM ed un legale – che si sono battute per ridare alla famiglia della 14enne almeno un pò di serenità, oltre che di giustizia, che ripagasse E.F. ed i suoi cari dei momenti da incubo vissuti dalla povera vittima. Un inferno iniziato, appunto, nel febbraio di due anni orsono: la ragazzina viveva con i suoi familiari in un appartamento sito in un caseggiato di edilizia pubblica residenziale a Lamezia Terme. Lo stesso stabile ospitava anche alcuni parenti dello stalker che, puntata la sua preda, ha iniziato a “braccarla” sino a far modificare alla 14enne la sua normale routine.

E.F. arriva persino a lasciare gli studi e ad allontanarsi dagli amici più cari: senza possibilità di studiare né di avere la vita sociale tipica di un’adolescente qualunque, la ragazzina ed i suoi familiari si trovano costretti persino a cambiare casa, nella speranza che lo stalker smetta di tormentare la ragazza. I genitori di E.F. chiedono così aiuto ai propri familiari e all’Associazione Caduceo, che avanza immediata richiesta di individuazione e trasferimento del nucleo familiare della 14enne in un’abitazione lontana dalla zona abitualmente frequentata dall’orco.

ASTORINO: “DEFICIT DELLE ISTITUZIONI”. Sembrava che le cose si fossero messe a posto per E.F. e la sua famiglia; a marzo del 2014, però, arriva l’ennesima doccia gelata che fa ripiombare la piccola nell’incubo. Lo stalker torna a farsi vivo e ciò spinge i familiari della ragazza a sporgere formale denuncia alle forze dell’ordine. Le indagini partono immediatamente e portano all’arresto di D.B., con conseguente divieto di avvicinare la vittima ed i suoi familiari. Giustizia è fatta? C’è un “ma”. “Se un plauso va alla Magistratura, c’è un clamoroso deficit di collaborazione delle Istituzioni, tra cui il Comune che in tutti questi anni non ha predisposto piani di tutela a favore delle vittime di stalking”, tuona Graziella Astorino, Presidente Pari Opportunità UDC.

“A questa piccola grande eroina ed alla sua famiglia coraggiosa – conclude Astorino – Le Istituzioni e la Società civile hanno il dovere di dare risposte adeguate: o trovando una casa che possa accoglierle, oppure disponendo lo sgombero delle case abusivamente occupate ed allontanando coattivamente i soggetti che impediscono la civile convivenza; così facendo restituirebbero serenità ad E.F ed alla sua famiglia e dignità ad un Paese  poiché le regole hanno un senso solo se vengono rispettate”.