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Quinto, monta la protesta antiprofughi: roghi e distruzione

Roghi nel quartiere residenziale di Quinto, Treviso

Quinto – Non accenna a placarsi la tensione, oramai sempre più tagliente, nel trevigiano. Nella scorsa notte è scoppiata la rivolta dei residenti del quartiere di Quinto, esasperati dall’arrivo – non annunciato – di almeno una trentina di profughi nel complesso residenziale. Una rabbia covata giorno dopo giorno dagli abitanti di Quinto, esplosa a seguito dell’arrivo, nel corso della giornata di mercoledì, di un gruppo di immigrati ai quali sono stati assegnati almeno una trentina di appartamenti in due palazzine. Dalle proteste verbali al vero e proprio raid notturno il passo è stato, irrimediabilmente, breve.

“NON CHIAMATECI RAZZISTI”. Mobilio, televisori, materassi, infradito: tutto è stato sequestrato e messo al rogo negli appartamenti arredati di tutto punto per i profughi di Quinto, persino i pacchetti delle sigarette. Una protesta veemente quella dei residenti del quartiere di Treviso, recentemente portata alla luce dal contenitore serale di Rete 4 “Dalla vostra parte”, condotto da Paolo Del Debbio. “Siamo esasperati”, hanno tuonato a più riprese i residenti di Quinto, che per protesta e non solo hanno dormito in tenda, mentre i profughi hanno occupato gli appartamenti a loro assegnati.

Una situazione rapidamente degenerata, nonostante la presenza massiccia delle forze dell’ordine che hanno presidiato giorno e notte il quartiere di Quinto e che hanno comunque evitato il peggio. Nella mattinata successiva, la protesta non ha però perso vigore: approfittando dei tumulti dei residenti a Quinto, anche alcuni militanti di Forza Nuova hanno preso parte alle proteste dei cittadini, organizzando un presidio permanente e aggredendo alcuni addetti mensa incaricati di portare cibo e bevande ai profughi. Il risultato è stato quello di sacchi di pane ed altri viveri rovesciati, oltre a qualche commento alquanto fuori luogo sulle usanze degli immigrati, come “Non serve che mangino, tanto sono in Ramadan, riportateli tutti in Africa“.

Commenti velatamente razzisti, che però non appartengono a tutti gli abitanti del quartiere di Quinto, alcuni dei quali choccati da atteggiamenti altrettanto irrispettosi assunti proprio dai profughi stessi. “Non si può continuare così, dentro le palazzine gli immigrati si divertono a giocare con l’ascensore e poi guardano chi sta fuori ridendo e fumando, con il cellulare sempre in mano. Inaccettabile“, lamenta il Consigliere Comunale delegato di Quinto Ennio Brunello. Una vergogna tutta italiana, palesemente espressa anche da Del Debbio, da tempo in prima linea nel mostrare alla Nazione questa pesante situazione vissuta non solo da Treviso, ma in tutta Italia. Una vergogna che non può essere catalogata come semplice ondata di razzismo: quelle case sono abitate da cittadini onesti e da madri di famiglia, come la 31enne di origini pugliesi trapiantata a Treviso Teresa Cafagno.

“Fino a pochi giorni fa i nostri figli giocavano assieme in cortile. Adesso non è più possibile – si è sfogata la 31enne, madre simbolo della drammatica piega presa nel quartiere Quinto – Non siamo contro i profughi. Sappiamo che loro hanno bisogno di una mano. Non ce l’abbiamo con loro, ma con le istituzioni che si comportano in modo vergognoso“. “Ci sono caserme disponibili – spiega la ragazza, madre di due bambini piccoli – Perché non utilizzano quelle per accogliere gli immigrati? Noi non possiamo pagare migliaia e migliaia di euro per vivere in un contesto del genere. Hanno deciso di trasformare le nostre palazzine in un centro di accoglienza? Allora il Prefetto si prenda anche le nostre case, ci estingua il mutuo e noi andiamo altrove”.

In merito alla drammatica situazione di Quinto ha espresso anche la sua opinione il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che sabato sarà proprio a Quinto. “Sia chiaro: noi non avalliamo alcun tipo di violenza ma è il razzismo italiano che provoca queste reazioni – sottolinea il capo del Carroccio, che visiterà anche i luoghi del veneto devastati dal recente tornado – Quello che sta accadendo è intollerabile, via il prefetto se non è in grado di gestire. Questi immigrati devono andar via”.