GRECIA – Nuove tensioni sono scoppiate ieri tra i migranti e le forze dell’ordine a Lesbo, isola greca nel mar Egeo. Più di 15mila migranti, circa un quinto della popolazione, hanno raggiunto ieri Lesbo, vista come ingresso all’Europa da coloro che scappano dalla guerra in Siria. Ieri sera i poliziotti, muniti di manganelli, riuscivano a malapena a controllare una folla di circa 2mila 500 migranti che aspettava per imbarcarsi su un traghetto diretto ad Atene. L’Europa intanto risponde annunciando gesti di solidarietà nei confronti di un flusso di migranti che sembra non finire mai.
Le autorità ad Atene, che giudicano la situazione a Lesbo “ai limiti dell’esplosione”, hanno adottato misure d’urgenza serie per sollevare Mitilene, capoluogo dell’isola, e accelerare il transito dei migranti verso la capitale greca e facilitarne la presa in custodia. Più di 2mila migranti sono arrivati in Macedonia lunedì, passando per la Grecia, mentre altri 8mila aspettano di poter passare la frontiera per raggiungere l’Europa occidentale.
Dall’inizio dell’anno sono arrivate dal Mediterraneo 366mila 402 migranti, secondo i dati dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati, le vittime e i dispersi sono circa 2mila 800. Mercoledì la Commissione europea proporrà di dividere 120mila rifugiati tra gli Stati membri nei prossimi anni. Un progetto che va a sommarsi alla ricollocazione di 40mila migranti, prevista per il prossimo maggio. Le quote d’accoglienza vedono ai primi tre posti la Germania con 31mila 443 rifugiati, la Francia, circa 24mila e la Spagna 14mila 931. Il principio delle quote tuttavia è ben lontano dall’essere equo, soprattutto nell’est Europa. Il primo ministro ungaro, Viktor Orban ha già giudicato prematuro un dibattito sulla ripartizione dei migranti finché il flusso non sarà sotto controllo.