Nutrire il Pianeta, energia per la vita. Questo il motto dell’Esposizione Universale, più nota come Expo 2015, che si terrà a Milano per un altro mese circa. Una manifestazione a cui ha preso parte anche VNews24, un tour dei maggiori Paesi del Mondo direttamente da una delle più belle città italiane. Una giornata iniziata all’insegna della coda in uno dei padiglioni più acclamati fino allo spettacolo dell’Albero della Vita in versione “serale”. Un viaggio che vi raccontiamo nelle righe successive all’insegna di foto e commenti in merito ai 24 padiglioni che, con molta fatica, siamo riusciti a raggiungere.
Da bravi viaggiatori, abbiamo deciso di programmare con largo anticipo i padiglioni da visitare (circa 30, ndr) spulciando le varie caratteristiche sul sito ufficiale di Expo 2015 e effettuando una prima selezione. L’errore iniziale è stato non tener conto del numero di visitatori che la Manifestazione sta ancora accogliendo, nonostante siamo arrivati all’ultimo mese di apertura, comprese le varie scolaresche in gita.
INGRESSO E PRIMO PADIGLIONE
Il nostro viaggio ad Expo 2015 è iniziato alle ore 9.00 circa quando, all’ingresso sud, la fila era già considerevole. Superato il primo step, quasi correndo abbiamo raggiunto il primo padiglione che ci era stato tanto consigliato di visitare: il Giappone. L’unica pecca è stata l’attesa di oltre 2 ore e mezza (di cui 40 minuti persi solo perché il padiglione apre alle 10.00), ma siamo convinti ne sia valsa veramente la pena. Un percorso composto di 5 scene che vi faranno vivere, per 50 minuti, la magia del Giappone e le soluzioni proposte per risolvere quattro grandi problematiche: crisi alimentare, obesità, riscaldamento globale e sicurezza alimentare.
Commento: Un padiglione veramente interattivo e ben congegnato composto da scenari che ci hanno colpito nel profondo. Nota positiva: La scena numero 5. Il teatro interattivo è stato oltremodo divertente e coinvolgente facendoci scoprir lo spettacolo della cucina del futuro. Note negative: scena 3 e 4. Oltre a una noiosa attesa di 120 secondi per rivelare la soluzione, i quattro globi terrestri nella scena 3 sembrano solo oggetti d’abbellimento piuttosto che supporti istruttivi. La 4a scena, invece, stonava terribilmente con il resto e con il tema della manifestazione presentando un esempio di design giapponese. Voto complessivo: 9.
STATI UNITI E QATAR
Usciti dal Padiglione Giappone alle ore 12.20 circa, ci siamo resi conto quanto fosse impensabile visitare tutti i Paesi in un solo giorno (anche in due sembra alquanto complicato, ndr). Così, decidiamo di recarci a quello che, per un valido motivo, era senza fila: gli Stati Uniti. Un flop che, sinceramente, non ci saremmo mai aspettati da un tale colosso. Il padiglione, infatti, consisteva di un semplice attraversamento in cui l’unica attrazione era il presidente Obama che appariva in un video e spiegava l’American Food 2.0. In tutta onestà, non mi ero nemmeno accorto della presenza dell’orto verticale riportato ad Expo.
Il Padiglione Qatar, invece, ci ha felicemente sorpresi. Si tratta di un Paese che, forse, non avremmo mai la possibilità d visitare e che ad Expo ha messo in mostra tutta la sua tradizione e l’innovazione. Un percorso all’insegna dell’interattività in cui, tramite schermi touchscreen, venivano illustrati alcuni piatti tipici come Mehammar, Harees e Khanfaroosh.
Commento: In merito a quello degli Stati Uniti, c’è veramente poco da aggiungere. Voto: 2. Riguardo il Qatar, invece, lo spettacolo non si esauriva solamente all’interno delle mura del Padiglione. Appena usciti, infatti, non solo si potevano acquistare prodotti tipici e ascoltare la tipica musica qatariana ma le donne potevano anche farsi un tatuaggio all’hennè gratuitamente. Voto: 8.
ECUADOR E AUSTRIA
Non incluso nella nostra lista iniziale, l’Ecuador ha attratto i nostri occhi per via dei suoi colori sgargianti che lo fanno risaltare in mezzo agli altri Padiglioni. Un percorso suddiviso in quattro regioni: costiera, Galapagos, Andre e Amazzonia ognuna caratterizzata da una propria fauna e biodiversità. A differenza del Padiglione USA, qui non vi era interattività ma una dettagliata spiegazione da parte di gente del luogo accompagnati da alcuni video. Interessante anche la possibilità di “annusare” l’Ecuador: in sostanza, vi erano delle teche contenenti prodotti tipici che si potevano letteralmente odorare.
“Puoi sopravvivere: cinque settimane senza cibo. Cinque giorni senz’acqua. Ma non cinque minuti senza aria”. Questa la frase cardine del Padiglione Austria ad Expo. Una struttura interamente dedicata non al cibo ma all’importanza, appunto, dell’aria che ci ha teletrasportati nel bosco austriaco.
Commento: Abbiamo pareri molto discordanti in merito ad Ecuador e Austria. Giulia ha preferito il secondo perché sottolinea l’importanza dell’ambiente in cui viviamo al fine di garantire una migliore esistenza. A differenza sua, ho preferito il primo in quanto le scene venivano spiegate e illustrate passo per passo mettendo in risalto le caratteristiche meno evidenti. Voto per entrambi: 7.
SPAGNA E AZERBAIGIAN
Il Padiglione Spagna, proseguendo verso l’ingresso ovest, risalta per il suo caratteristico colore giallo e la struttura a forma di serra. Viene rappresentata la cultura culinaria spagnola, partendo dall’olio d’oliva fino al prosciutto iberico, immergendoci nel viaggio immaginario di un cuoco identificato dalle valigie (ideate da Antoni Miralda) presenti all’ingresso.
Di fianco all’inavvicinabile Paglione degli Emirati Arabi, vi è il Padiglione Azerbaigian. Si tratta di una struttura architettonica molto articolata divisa in tre sfere di vetro che rappresenta tre biosfere: i paesaggi, le nove zone climatiche del Paese e le culture tradizionali.
Commento: Il Padiglione spagnolo di Expo 2015 rappresenta una via di mezzo tra quelli visti finora, in quanto porta con sé il viaggio di un cuoco alternato alla spiegazione dei vari cibi locali discostandosi leggermente dal tema cardine di Expo. Voto: 6. Dall’altra parte, l’Azerbaigian mescola l’innovazione sul fronte alimentare all’importanza della musica: grazie ad un pentagramma interattivo, infatti, è possibile celebrare (e suonare) le sinfonie azerbaigiane Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. Voto: 8
KENYA, CUBA E REPUBBLICA DI COREA
Un po’ sacrificati i Paesi presenti nei cluster caffè (Kenya) e cacao/cioccolato (Cuba) ad Expo 2015. Siamo rimasti abbastanza sorpresi, infatti, della sostanziale differenza tra la descrizione presente sul sito ufficiale e come effettivamente vengono rappresentati i vari Paesi nel cluster. Il Kenya era una stanza composta per ¾ da foto e video mentre l’ultimo lato era dedicato alla vendita di prodotti locali. Stesso discorso vale anche per Cuba che, a dirla tutta, era più piccolo dello spazio dedicato al Kenya e difficile da rintracciare.
Tutt’altra storia, invece, per il Padiglione Corea. Il tema di base è “Sei ciò che mangi” e si articola in un percorso interattivo che si incentra particolarmente sui prodotti tipici e il loro possibile utilizzo nel futuro. Viene messa in risalto la tradizione del Paese secondo cui la natura non deve essere un oggetto da conquistare ma deve essere compreso e trattato con rispetto, mettendo in risalto come questa rappresenti la soluzione per le sfide dell’umanità.
Commento: Quanto detto in merito ai “poveri” padiglioni Kenya e Cuba è già auto esplicativo. Meritavano, forse, maggiore spazio per portare in Italia una cultura conosciuta veramente da pochi. Voto: 1. Riguardo la Corea, invece, ci ha sorpreso per l’aver messo in mostra la sua tecnologia connessa ad un modo tutto diverso di spiegare l’importanza del cibo e dell’alimentazione. Voto: 8.
BELGIO, NEPAL, BAHRAIN E REPUBBLICA CECA
Il Padiglione del Belgio, patria delle patatine fritte, waffle, cioccolata e birra, accoglie i visitatori con un’immensa area stand dedicata a questi prodotti ad Expo. Il percorso all’interno è una delizia per gli occhi e per il palato: è possibile, infatti, sia assaggiare che vedere delle sculture di cioccolato. Subito dopo, grazie al “corridoio del tempo”, veniamo condotti ad uno scenario del 2050 che ci porta a scoprire i cibi del futuro.
Seppur sia stato colpito da un terribile terremoto prima di Expo, il Nepal ha voluto comunque prendere parte alla manifestazione. La struttura ricorda molto la forma del mandala che richiama il cerchio della vita, seppur non vi è la presenza di alcun cittadino nepalese. Riguardo il Bahrain, invece, la struttura è sicuramente apprezzabile se avessimo studiato architettura. Per il resto, non ci ha per niente entusiasmato nonostante i suoi dieci orti botanici. Infine, il Padiglione Repubblica Ceca, che attrae particolarmente per la zona della piscina, presenta un “laboratorio del silenzio” in cui viene misurata l’attività delle piante e una stanza con luci fluorescenti che si accendono al passaggio.
Commento: Consigliato il Padiglione Belgio ad ora di pranzo in quanto permette di gustare il cioccolato all’ingresso. A parte gli scherzi, è un padiglione che vi suggeriamo di visitare. Voto: 7. Riguardo il Bahrain, invece, non l’abbiamo apprezzato e vi consigliamo di andarci solo se non avete altro da fare. Voto: 2. Per il Nepal, solo per aver costruito il Padiglione nonostante la disgrazia avvenuta ad aprile e Repubblica Ceca diamo un 6.
PADIGLIONE ZERO
“Una delle cose più belle da vedere”. Questo il commento di uno degli addetti ai lavori all’interno del Padiglione Zero. È stato progettato per introdurre Expo 2015 e ci fa percorrere un viaggio che parte dalle origini dell’uomo fino ad oggi. Un Padiglione veramente emozionante e immenso che tocca vari punti cardine della nostra civiltà, partendo dagli albori e descrivendo nel dettaglio l’evoluzione fino allo spreco alimentare.
Commento: E’ il primo Padiglione della lunga lista presente ad Expo, ma di sicuro quello che vi rimarrà maggiormente impresso. Vista la mancanza di tempo, non siamo riusciti a godercelo appieno, ma abbiamo colto l’imponenza e la voglia di mostrare in uno spazio ristretto la complessità dell’evoluzione e del cambiamento dell’uomo. Voto: 10.
ANGOLA E VIETNAM
Una struttura veramente particolare caratterizza il Padiglione dell’Angola ad Expo 2015. Certo, molti potrebbero pensare che sia meglio fare 5 ore di fila per il Padiglione Italia, ma di sicuro vi perdereste un viaggio veramente istruttivo. La sua forma, infatti, ricorda quella di un baobab africano che vuole far esplorare le origini dell’alimentazione fino alla scoperta delle caratteristiche uniche dell’Angola. E non finisce qui, all’uscita vi immergerete in uno spazio interamente dedicato alla musica tradizionale accompagnata da varie degustazioni.
Quello del Vietnam rappresenta, invece, l’altra faccia della medaglia. Un padiglione dalla struttura invitante (rappresenta il fiore di loto) ma con lo spazio interno che lascia veramente a desiderare. Al momento della nostra visita, vi era un’esibizione di musica tradizionale. Vuoi per la folla, vuoi per il poco spazio, abbiamo fatto veramente fatica a percorrere entrambi i piani caratterizzati “solamente” da banchetti in cui venivano esposti prodotti artigianali vietnamiti.
Commento: Il Padiglione dell’Angola era veramente accogliente e il personale molto socievole. Vengono distribuiti ventagli e passaporti all’ingresso relativi al Paese. Voto: 8. Dal Vietnam, invece, ci aspettavamo molto di più. Non abbiamo visto nulla in merito alla storia del Paese o in merito all’alimentazione, a parte il ristorante. Voto: 5.
MALAYSIA E CINA
Evitate la fila per il Padiglione della Malaysia, si tratta solamente di un video in cui viene proposta la storia del Paese con le relative soluzioni in merito al problema dell’alimentazione. Dirigetevi, piuttosto, sulla sinistra e quindi verso la foresta pluviale dove potrete rendervi conto dell’ambiente caratteristico del Paese.
Il Padiglione Cina ad Expo 2015 ricorda la classica pagoda cinese abbellita dalla presenza di un immenso giardino di fiori colorati davanti all’ingresso. È diviso in quattro aree Cielo, Uomo, Terra e Armonia, simbolo del legame tra il popolo cinese e la natura. Nella sezione Terra, quella che ci ha maggiormente colpito, si trova una distesa di 20mila luci che mostra i paesaggi cinesi.
Commento: Il Padiglione Malaysia, a parte la parte della foresta pluviale, non abbiamo voluto visitare altro in quanto ci sembrava abbastanza noioso. Il consiglio è di lasciarlo come uno dei padiglioni finali. Voto: 4. La Cina, invece, era molto interessante visto anche la dimensione del Padiglione. Un percorso molto suggestivo e che vi consigliamo caldamente. Voto: 8.
MAROCCO, INDONESIA E TURKMENISTAN
Quello che la mattina sembrava inavvicinabile e che, per pura fortuna, siamo riusciti a visitare verso le 19 era il Padiglione Marocco. Questo rappresenta una cittadella fortificata araba e mostra i prodotti tipici del Paese: dai mandarini fino ai rinominalo olio di Argan. Coinvolge il visitatore con tutti i sensi perché permette di vedere i paesaggi, annusare il profumo dei fiori e provare il caldo della regione desertica.
Consigliamo il Turkmenistan agli amanti dei tappeti. L’ingresso, infatti, è riconoscibile per proprio per un immenso tappeto composto di luci a led mentre all’interno ce ne sono tre che ricoprono la parete interamente creati a mano proprio per Expo 2015. Il Padiglione Indonesia, infine, i vasi tipici del Paese e permetteva di annusare tutte le spezie tipiche.
Commento: Assolutamente consigliata la visita al Padiglione Marocco edificato per Expo 2015. Cercate però di recarvici verso sera per non incorrere in lunghe ed estenuanti attese. Voto: 7. Riguardo il Turkmenistan, invece, non siamo riusciti ad accedere al cinema 5D (purtroppo) accessibile solo nel pomeriggio. Voto: 4. Senza di quello, il Padiglione non ne vale assolutamente la pena. L’Indonesia, invece, permette di “vivere” il Paese grazie agli Oculus Rift. Voto: 6.
RUSSIA E PAESI BASSI
Il Padiglione della Russia ad Expo 2015 ci ha un po’ delusi in quanto si limita a raccontare la storia dei maggiori scienziati russi, come Mendeleev (l’inventore della Tavola Periodica, ndr), accompagnati dalla presenza di alcuni prodotti tipici. I Paesi Bassi, con un Padiglione all’aperto, si differenziano notevolmente rispetto agli altri senza però lasciare il segno. Il visitatore attraversa numerosi stand caratterizzati da prodotti locali per poi trovarsi davanti ad una sorta di labirinto di specchi.
Commento: In merito al Padiglione Russia, come detto, ci aspettavamo qualcosa in più vista non solo la dimensione del Paese quanto per la grande varietà di culture. Voto: 5. I Paesi Bassi si sono “accesi” solo quando un deejay ha attirato i giovani con musica disco, per il resto l’attrazione maggiore era il cibo tipico. Un po’ poco. Voto: 4.
CONCLUSIONI
Il nostro giro del mondo in poco meno di 24 ore è stato allo stesso tempo estenuante, istruttivo e indimenticabile. Sicuramente vi consigliamo, almeno una volta, di andare a visitare l’Expo prima del 31 ottobre. Riempiendo la nostra “valigia” di culture e tradizioni che abbiamo avuto la fortuna di conoscere grazie proprio ad Expo e ci ha avvicinato a Paesi che forse non potremmo mai visitare. Un giornata conclusasi con lo spettacolo concesso dall’Albero della Vita.
A parte questo, ci sono dei lati negativi da sottolineare. L’apertura dell’Expo, il giorno 18 settembre, era prevista alle ore 9.00 mentre alcuni Padiglioni hanno aperto solamente alle 10.00: questo vuol dire perdere almeno un’ora in fila, tralasciando il tempo per la visita. Lo stesso giorno, la chiusura era prevista a mezzanotte ma i padiglioni chiudono alle 21.00. Si poteva pensare a un sistema “salta fila”, simile a quello di Gardaland, cosicché il visitatore non debba impazzire nel cercare un addetto che gli indichi l’orario di attesa effettivo. I prezzi nei negozi di souvenir, mi riferisco al Gift Shop, erano veramente spropositati. Voto Expo 2015: 8 ½.
Gli autori: Marco & Giulia.