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Iran, scandalo calcistico: otto uomini nella Nazionale femminile

Accusa infamante o scandalo calcistico in piena regola? La Nazionale di calcio femminile dell’Iran, recentemente vincitrice del Campionato di calcio a 5 dell’Asian Football Confederation in Malaysia, ha fatto parlare di sé ma non certo per le qualità agonistiche delle sue componenti. Le “doti” prese in analisi dalla stampa locale delle “presunte” donzelle, in realtà, sono state ben altre: quelle che, per inciso, potrebbero rimettere in discussione i successi ottenuti dal team iraniano, oltre che il destino della stessa Nazionale.

UOMINI O DONNE? Il dubbio circa le prestazioni agonistiche delle calciatrici dell’Iran è stato sollevato direttamente dall’emittente televisiva al-Arabiya, che avrebbe puntato il dito sulla dubbia “femminilità” delle atlete iraniane. Stando alla rete satellitare, la squadra dell’Iran in realtà sarebbe composta da otto uomini che non avrebbero ancora completato il percorso chirurgico per il cambio di sesso. La notizia ha fatto rapidamente il giro del Mondo, incuriosendo ma anche indignando i seguaci dello sport più seguito dall’intero Emisfero.

L’emittente al-Arabiya ha reso pubblica la sconcertante notizia dopo un’intervista rilasciata dal funzionario Mojtabi Sharifi sul sito web Young Journalists Club. Sharifi non ha usato mezzi termini nel corso della sua intervista, parlando di scandalo immorale ed accusando apertamente la Federazione Calcio dell’Iran di aver fatto scendere in campo dei maschi in carne, ossa e testosterone. La questione sulla presenza di uomini nella squadra iraniana era stata, in realtà, già segnalata dal Telegraph: il tabloid britannico aveva allora parlato di quattro “giocatrici equivoche” nel team dell’Iran, irriconoscibili sotto la divisa della squadra: pantaloni lunghi e capo coperto dal velo d’ordinanza. Dalla federazione “inquisita” non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali, ma lo scandalo Iran ha oramai raggiunto proporzioni gigantesche e gettato un’ombra sul calcio femminile, sinora “scevro” da polemiche ed illegalità.

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