Maravalle venne giudicato come incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. L’uomo soffriva, infatti, di un disturbo psicotico atipico e da tempo assumeva regolarmente dei medicinali. La moglie, nonché avvocato difensore del marito, si era scagliata contro i medici per non aver sottolineato la gravità della malattia. Secondo la Silvestri, infatti, sarebbe stata propria la sospensione della cura a portare il marito a compiere il brutale gesto. I coniugi restano comunque indagati per aver omesso il reale stato di salute dell’uomo al momento dell’adozione.
Lo psichiatra che ha seguito il caso ha stabilito che, al momento, Maravalle non rappresenta un pericolo per la società e per la moglie a patto che segua le prescrizioni mediche e prenda volontariamente le pillole. Il giudice ha pertanto deciso di rilasciare Massimo dopo 14 mesi di permanenza nella casa di cura e custodia dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. All’ uomo è stato imposto l’obbligo di presentarsi due giorni a settimana al Centro Salute Mentale di Pescara per relazionare in merito alla situazione.