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Uccise il figlio nel sonno, la moglie lo perdona

PESCARA – Nel luglio dello scorso anno il 48enne Massimo Maravalle, in preda ad un raptus, soffocò nel sonno il figlio adottivo Maxim di 5 anni e cercò di fare lo stesso con la moglie, Patrizia Silvestri. La donna ha ora deciso di perdonarlo perché Massimo, a suo dire, non era in sé al momento dell’accaduto. I due torneranno a vivere nella stessa abitazione in cui avvenne la tragedia con l’intento di iniziare una nuova vita. “La perdita di Maxim è il dolore più grande che abbiamo – dice oggi Patrizia-. Massimo è ancora più affranto per non aver compreso che la malattia gli faceva vedere le cose in maniera completamente distorta”.

Maravalle venne giudicato come incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. L’uomo soffriva, infatti, di un disturbo psicotico atipico e da tempo assumeva regolarmente dei medicinali. La moglie, nonché avvocato difensore del marito, si era scagliata contro i medici per non aver sottolineato la gravità della malattia. Secondo la Silvestri, infatti, sarebbe stata propria la sospensione della cura a portare il marito a compiere il brutale gesto. I coniugi restano comunque indagati per aver omesso il reale stato di salute dell’uomo al momento dell’adozione.

Lo psichiatra che ha seguito il caso ha stabilito che, al momento, Maravalle non rappresenta un pericolo per la società e per la moglie a patto che segua le prescrizioni mediche e prenda volontariamente le pillole. Il giudice ha pertanto deciso di rilasciare Massimo dopo 14 mesi di permanenza nella casa di cura e custodia dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. All’ uomo è stato imposto l’obbligo di presentarsi due giorni a settimana al Centro Salute Mentale di Pescara per relazionare in merito alla situazione.