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Simona e la sua triste storia, il Comune disposto ad aiutarla

Della storia di Simona, la donna torinese incinta di sei mesi, abbiamo già parlato alcuni giorni fa: intervistata da un giornalista de la Stampa, Simona ha raccontato parte della sua storia, fatta di degrado, uomini sbagliati e vita per strada. Vita approssimativa che la povera Simona tra qualche mese non potrà più condurre, non potrà più lavarsi nei bagni pubblici o sbocconcellare nel bar divenuto “casa sua” toast occasionali offerti da avventori di passaggio, non potrà più dormire su quello scomodo sgabello indossando pantofole di gomma: Simona tra tre mesi diventerà mamma. Di nuovo.

Un posto al sicuro: Del caso si è occupata anche Barbara D’Urso, inviando le telecamere del suo programma, Pomeriggio 5, nella stanza dell’ospedale S.Anna dove Simona è attualmente ricoverata. Dopo una breve chiacchierata preliminare con Simona e con l’inviato del programma Mediaset, la D’Urso si è impegnata ad andare fino in fondo alla questione, interpellando le autorità competenti. E così è stato: la conduttrice di Pomeriggio 5 durante la diretta del 21 ottobre ha di nuovo mandato un suo inviato da Simona, ancora ricoverata in ospedale. Lo scopo principale del collegamento era quello di comunicare alla trentenne incinta una buona notizia, ma…

“Nella vita ci sono regole da seguire”, questo è ciò che Barbara D’Urso ha ribadito più volte alla diffidente Simona. Ma la torinese, al sesto mese di gravidanza ,continuava a ripetere “Non mi lasciano mai in pace!” riferendosi agli assistenti sociali. Intervenuto in difesa della donna anche l’inviato della trasmissione Mediaset  “Simona ha solo paura che le tolgano il bambino” continuava a ripetere. La D’Urso, con il suo fare materno, ha cercato di aprire gli occhi a Simona, usando anche dei toni piuttosto accesi ma solo per il bene della donna. Dopo una discussione tra le due donne, alla fine la D’Urso è riuscita a strappare una promessa alla fragile mamma torinese: Simona accetterà l’aiuto del Comune e si impegnerà, per il bene del suo piccolo, a seguire le regole, protetta dall’anonimato e con un tetto sulla testa, finalmente.