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Omicidio Eligia Ardita: i punti oscuri e gli elementi mancanti

Restano ancora tanti i punti oscuri riguardo l’omicidio di Eligia Ardita avvenuto lo scorso 19 gennaio. Innanzitutto il movente, ma anche l’ipotesi della famiglia Ardita che qualcuno abbia aiutato l’assassino di Eligia. Chi e come ha frequentato casa della povera infermiera uccisa lo scorso inverno?
Il lenzuolo scomparso. Federica Panicucci ha intervistato due membri della famiglia di Eligia Ardita, il papà Agatino e la sorella Luisa.  Agatino, durante la diretta del programma “Mattino 5“, ha mostrato la stanza da letto di Eligia e del suo assassino, il marito Christian Leonardi. La scena del crimine è piena di punti oscuri ancora da risolvere, come la scomparsa del lenzuolo in pile in possesso della coppia di sposi. Agatino mostra il coordinato in pile del quale manca solamente un lenzuolo, chiedendosi che fine abbia fatto. E’ forse questo lenzuolo il famoso “tappeto” notato dalla infermiera Patrizia durante le operazioni di soccorso di Eligia? In studio, il Generale Garofano spiega che il pile è un materiale idrorepellente, che trattiene liquidi e che è difficile da lavare. Quel lenzuolo in pile era con molta probabilità macchiato di tracce di Eligia, quindi l’assassino doveva assolutamente disfarsene. Anche il maglione a collo alto che indossava Eligia la sera della sua morte desta forti sospetti.

Tracce dovunque. La scena del delitto di Eligia Ardita viene mostrata agli spettatori del programma Mediaset dallo stesso Agatino. Si possono notare sulla parete del salotto, stanza topica del crimine, segni di colluttazione. Impronte di mani, dita e teste che fanno supporre che l’assassino abbia schiacciato la testa della povera Eligia contro il muro. Agatino mostra le tracce biologiche sul pavimento che si protraggono sino alla cucina dove, poco distante, vi è una lavanderia. Si ipotizza che Leonardi abbia lavato e successivamente asciugato nell’asciugatrice gli stracci con cui ha ripulito la scena del crimine prima di chiamare i soccorsi. Il Generale Garofano spiega che un killer non sempre ha la lucidità di cancellare tutte le prove. Suppone, inoltre, che il marito di Eligia abbia sottovalutato l’importanza di alcune prove. Con molta probabilità, ha agito da solo ma è stato successivamente istruito su come muoversi e comportarsi.

La stanza da letto. Agatino Ardita continua la sua intervista mostrando alcuni oggetti appartenenti al legale di Christian Leonardi, l’Avvocato Scuderi: biancheria intima, biglietti aerei, documenti ed altri effetti personali. Il papà della vittima si chiede come sia potuto accadere che il legale del killer di sua figlia abbia usufruito proprio di quella stanza da letto prima ancora dei rilievi dei RIS. Trova la cosa sconvolgente anche Luisa Ardita, che dichiara:”E’ un uso sdegnante di casa di mia sorella, io non riuscirei mai a dormire in quel letto”. Agatino Ardita aggiunge: “Certamente noi abbiamo denunciato subito quanto accaduto in casa. Io stesso non sono entrato in casa per evitare di inquinare le prove“. Pare che nella stanza da letto della povera Eligia siano state anche evidenziate tracce di DNA femminile. “E’ una situazione paradossale – ha commentato il Generale Garofano – che un legale dorma sulla scena di un crimine prima dell’intervento dei RIS“.

In memoria di Eligia. In attesa dei risultati degli esami dei RIS, la famiglia Ardita vuole ricordare Eligia e la piccola Giulia. Graziella Ardita, la mamma di Eligia, mostra in diretta il corredino della piccola Giulia che sarebbe dovuta nascere a marzo. Immagini commoventi che toccano il cuore della conduttrice Federica Panicucci e dei presenti in studio. Luisa Ardita racconta sua sorella descrivendola come una donna di sani principi che non desiderava altro che la famiglia perfetta, una giovane infermiera sempre dalla parte delle donne. “Queste sono immagini forti – spiega Luisa riferendosi alle riprese sulla scena del crimine – fanno male ma devono essere da testimonianza, un esempio per spronare le donne a denunciare mariti violenti”. Proprio per questa finalità la famiglia di Eligia ha fondato un’associazione la cui sede sarà proprio la casa in cui l’infermiera siciliana e la sua bimba hanno perso la vita. La casa di Eligia sarà dunque messa a disposizione della fondazione, nata a suo nome per supportare le donne e come forte esempio di lotta contro la violenza.