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Dati Istat sui matrimoni, la durata media è 16 anni

ROMA – Si parla spesso degli “anni di crisi” nei matrimoni, che alcuni indicano aggirarsi intorno al settimo anno. In realtà, la crisi coniugale giunge dopo 16 anni. Questo il risultato dell’indagine dell’Istat sui matrimoni tra cittadini italiani celebrati nel nostro paese nel 2014. Sembra infatti che molti matrimoni entrino in crisi molto prima di giungere alle “nozze d’argento” (25 anni di matrimonio). Inoltre, a differenza degli anni passati, le celebrazioni religiose sono in diminuzione, mentre sono in aumento quelle civili (43%). Nei comuni del nord e del centro, invece, i matrimoni civili hanno addirittura superato quelli religiosi: 55% nel nord e 51% nel centro. In aumento sono invece le coppie di fatto. Il loro numero è di circa 641.000, valore superiore di 10 volte rispetto agli anni ’90.

“I giovani italiani – osserva l’Istat -sono sempre meno numerosi per effetto della prolungata diminuzione delle nascite”. Di conseguenza, anche il numero di matrimoni celebrati sono in calo. Secondo i dati raccolti lo scorso anno, ne sono stati celebrati 189.765, circa 4.300 in meno rispetto all’anno 2013. L’età media in cui le coppie compiono il “grande passo” si aggira sui 34 anni per gli uomini e 31 per le donne. Un dato non proprio confortante poiché indica che, alla diminuzione dei matrimoni, si aggiunge anche la posticipazione delle nozze stesse. Gli sposi di oggi sono infatti “più maturi” di un tempo, basti pensare che la maggior parte dei nonni di oggi si sono sposati attorno ai 20 anni.

Proseguendo sull’argomento “matrimonio”, l’Istat ha anche eseguito un’indagine sulle separazioni e sui divorzi italiani. Nel 2014 sono stati circa 89.303 e 52.335, rispettivamente 0,5% in più e 0,6% in meno del 2013, valori normali visto che anche il numero di matrimoni stesso è calato. Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi sono avvenuti tra coppie con figli. Sono questi a soffrire maggiormente della situazione poiché, soprattutto se la separazione o il divorzio non avviene in maniera “civile”, spesso si trovano ad essere oggetto di contesa e di rivendicazione sull’altro.