Nathan Graff era vicino alla sua abitazione in via San Gimignano (una delle strade del zona ebraica), quando è stato aggredito. Esclusa quasi immediatamente la pista dello scambio di persona: l’uomo indossava la kippah, copricapo tipico della sua comunità, quindi era facilmente riconoscibile. Anche l’aggressione stessa sembra non essere stata improvvisata sul momento: l’ebreo si trovava vicino a un ristorante molto frequentato soprattutto a pranzo da ragazzini. L’ipotesi che l’aggressione sia da imputare a motivi religiosi e/o etnici, è la più verosimile e preoccupa non solo la comunità ebraica ma anche la prefettura stessa di Milano. Il Viceprefetto Giuseppe Priolo ha convocato d’urgenza un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica alle 9 di stamani, al quale hanno partecipato le forze dell’ordine locali, il sindaco Giuliano Pisapia e alcuni rappresentanti della comunità. Da ieri sera, sono state aumentate le misure di sicurezza per gli obiettivi ritenuti “sensibili” ad aggressioni di questo tipo. Le indagini sono in corso per identificare l’aggressore.
“Abbiamo il timore che sia un episodio simile a quelli avvenuti a Parigi, con i ‘cani sciolti’ che emulano quanto avviene in Medio Oriente”, ha commentato Ruggero Gabbai, membro della comunità ebraica di Milano. “Dobbiamo costatare che l’appello dell’Isis di colpire gli ebrei ovunque si trovino purtroppo sta facendo proseliti” ha aggiunto la Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Questi sembrano per ora gli unici moventi plausibili, anche non ancora confermati dagli investigatori.