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Michel Houellebecq: “Attentati di Parigi? Colpa di Hollande”

Torna a parlare dell’attuale situazione francese, a pochi giorni dalle stragi che hanno messo in ginocchio Parigi, l’intellettuale e scrittore Michel Houellebecq. E lo fa mettendo nero su bianco il suo pensiero. Houellebecq, autore del libro choc “Sottomissione” (il più venduto in Francia, insieme con “Festa Mobile” di Hemingway, sin dal giorno dopo la strage  di Charlie Hebdo), non nasconde il suo disappunto verso la politica francese degli ultimi anni, rea (a suo dire) di aver portato la Francia a subire gli attentati terroristici dello scorso gennaio e di pochi giorni fa.
Houellebecq scrive infatti:”La situazione incresciosa nella quale ci ritroviamo è da attribuire a precise responsabilità politiche; e queste responsabilità politiche dovranno essere passate al vaglio, prima o poi. È assai improbabile che l’insignificante opportunista che occupa la poltrona di Capo di Stato, come pure il ritardato congenito che svolge le funzioni di Primo Ministro, per non parlare poi dei «tenori dell’opposizione» (LOL), escano con onore da questo riesame”.

Lo scrittore francese ricorda quando Parigi fu colpita dagli attentati dinamitardi del 1986, descrive brevemente il suo atteggiamento di allora e lo paragona a quello avuto quest’anno, in seguito all’attentato di Charlie Hebdo ed a quelli dello scorso 13 novembre: “All’indomani degli attentati del 7 gennaio, ho passato due giorni incollato ai notiziari televisivi, senza riuscire a staccare lo sguardo. All’indomani degli attentati del 13 novembre, non credo nemmeno di aver acceso la televisione. Mi sono limitato a chiamare amici e conoscenti che abitano nei quartieri colpiti (e si tratta di parecchie persone). Ci si abitua, anche agli attentati“.

Ci si abitua agli attentati, scrive dunque Houellebecq, parlando dei sentimenti dei suoi connazionali: ” La Francia resisterà. I Francesi sapranno resistere, anche senza sbandierare un eroismo eccezionale, senza aver nemmeno bisogno di uno «scatto» collettivo di orgoglio nazionale- spiega Houellebecq, proseguendo poi con le accuse rivolte al Governo – Chi è stato a decretare i tagli nelle forze di polizia, fino a ridurle all’esasperazione, quasi incapaci di svolgere le loro mansioni?”
Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo? Si capisce subito che tali responsabilità sono state largamente condivise – commenta Michel Houellebecq– Quali leader politici hanno invischiato la Francia in operazioni assurde e costose, il cui principale risultato è stato quello di far sprofondare nel caos prima l’Iraq, poi la Libia? E quali governanti erano pronti, fino a poco tempo fa, a fare la stessa cosa in Siria?”.

La risposta, lo scrittore francese, crede di saperla: è colpa dei Capi di Stato che “Si sono succeduti negli ultimi dieci anni (venti? trenta?): hanno fallito penosamente, sistematicamente, pesantemente nella loro missione fondamentale, cioè proteggere la popolazione francese affidata alla loro responsabilità”.  Nessuna colpa, invece, ha il popolo francese secondo Houellebecq, popolo che ha sempre confidato pienamente nelle autorità politiche e militari. “Il discredito che oggi colpisce in Francia l’insieme della classe politica è non solo dilagante, ma anche legittimo -conclude Houellebecq – mi sembra che l’unica soluzione che ci resta sarebbe quella di dirigersi lentamente verso l’unica forma di democrazia reale, e con questo intendo dire la democrazia diretta“.