Vladimir Putin ha definito l’episodio come una “pugnalata alle spalle” che avrà delle conseguenze tragiche per le relazioni dei 2 paesi. Il presidente russo ha ribadito che il cacciabombardiere si trovava a 4 km di distanza dal confine turco. Il ministro della difesa della Russia ha dichiarato che sarebbe in grado di dimostrare che l’aereo non si trovava nel confine turco, ma all’interno di quello siriano. Il ministro della difesa di Ankara sostiene invece che il velivolo si trovasse dentro il proprio territorio da oltre 3 km.
Un’emittente televisiva turca ha ripreso l’aereo mentre precipita in fiamme sulle montagne della provincia siriana. I 2 piloti sono riusciti a paracadutarsi: uno di questi è stato ucciso poco dopo l’atterraggio da alcuni ribelli. Il gruppo turco ha in seguito inviato a molte reti televisive un video che mostra il corpo di un soldato con una ferita alla testa. Le persone che lo circondano, i ribelli anti-Assad, gridano “Allah Akhbar”. Secondo un’altra fonte, il pilota è atterrato già morto. Non ci sono ancora notizie riguardanti il secondo conducente che sembrerebbe essere stato catturato.
Il premier turco ha richiesto una consultazione d’urgenza con la Nato, l’Onu e i 2 paesi interessati. La Nato ha convocato una riunione del Consiglio del Nord Atlantico, l’organo composto dagli ambasciatori dei 28 paesi alleati. È stato inoltre reso noto che lunedì 3 giornalisti russi sono rimasti feriti mentre cercavano di raggiungere la prima linea. Gli uomini sono attualmente ricoverati nell’ospedale della base russa.