Un bagno di sangue vero e proprio, iniziato martedì notte e proseguito in un assedio durato circa 27 ore nell’aeroporto di Kandahar, nel sud del Paese. Ieri sera, l’edificio è stato sgomberato dalle forze di sicurezza afghane e gli ostaggi liberati. La strage, avvenuta in una base congiunta di Nato e forze afgane, è svolta mentre il presidente Ashraf Ghani si trovava in Pakistan per tentare di riavviare i colloqui di pace tra Kabul e i talebani. Impresa non facile la sua poiché era ancora salda la sfiducia reciproca tra i due governi. L’attacco avvenuto nel sud dell’Afghanistan sembra aver reso l’impresa di Ghani pressoché impossibile.
“Cinquanta innocenti, tra cui dieci militari, due poliziotti e trentotto civili – ha dichiarato il Ministero della Difesa – sono morti da martiri nell’attacco”. La strage è avvenuta nella più grande base militare del sud del Paese. Difatti, a poca distanza dall’aeroporto, era presente un battaglione di 2.000 soldati dalla Coalizione della Nato, nessuno dei quali è stato coinvolto nello scontro. A rivendicare quanto avvenuto, sono stati gli stessi attentatori in una foto pubblicata via Twitter. Nell’immagine, sono presenti tutti gli individui coinvolti ognuno con barba, kalashnikov e uniformi militari.