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Sciopero dei camici bianchi: medici protestano contro tagli sanità

ROMA – È iniziato oggi lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici. Circa 200 mila camici bianchi hanno deciso di aderire alla protesta contro i tagli alla sanità. Indipendentemente dalla provenienza e dal tipo di professione esercitata, un numero considerevole di medici (circa il 75%) si è sentito unito nella lotta ai tagli che il governo sta operando nel settore sanitario. “Siamo in una fase di cambiamento della medicina, ma non dei suoi valori – fa notare Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato – È impensabile un Servizio Sanitario che non valorizzi la professione”.

L’ultimo sciopero di tale portata era avvenuto nel 2004 contro la politica sanitaria del Governo Berlusconi. A 11 anni di distanza, i medici si sentono ancora “abbondonati” dallo Stato e costretti a lavorare in condizioni ormai insostenibili. “Attenzione – avverte il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise – La frustrazione sta diventando rabbia”. Non meno preoccupanti le parole del segretario nazionale Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, il quale ha fatto sapere che questa protesta non intende fermarsi. Anzi, probabilmente continuerà anche nel 2016, sempre tramite manifestazioni e giornate di sciopero nazionale. Questa mattina davanti all’ospedale San Camillo di Roma, i medici hanno protestato anche con un sit-in partito alle ore 11.

Moltissimi ospedali aspettavano con ansia l’arrivo di gennaio per le nuove assunzioni promesse dal Governo. Troppi sono i settori sanitari in carenza di personale, quello presente a volte è sufficiente a gestire solo casi di “routine”, tranquilli e senza complicazioni. Lo Stato però sembra volersi prendere gioco dei medici con un tira e molla sulla normativa per assicurare le nuove assunzioni. Lunedì era giunta la notizia della sua cancellazione, poco dopo è stata confermata. Secondo Cozza, le assunzioni promesse dallo Stato non sono sicure perché basate sui risparmi delle regioni, “ma sappiamo che i budget delle Regioni sono già al limite”.

Questo sciopero, annunciato da tempo dai medici, rischia di incrementare ancora di più i disagi delle persone che necessitano cure mediche. Sono a rischio di rinvio circa 2 milioni di visite programmate ed esami diagnostici, e circa 40 mila interventi di chirurgia. Gli studi medici di famiglia e i pediatri potranno rimanere chiusi. Garanti saranno invece i servizi per urgenze ed emergenze, l’assistenza ai pazienti terminali e le prestazioni a domicilio. Benché lo sciopero fosse stato annunciato da giorni, non tutti sono stati avvertiti di non presentarsi oggi in ospedale. Altri hanno potuto eseguire solo alcuni esami.