I primi accertamenti erano scattati a marzo quando una pattuglia della polizia aveva sorpreso l’uomo, a bordo della sua macchina, con un minore in un luogo appartato e poco frequentato. I due, ha raccontato il ragazzino, si erano conosciuti pochi mesi prima in una chat per incontri omosessuali e, tramite whatsapp, avevano fissato un appuntamento. Al ragazzo, l’uomo si era presentato come un ricercatore scientifico di 35-38 anni. Poco prima dell’arrivo dei poliziotti, il sacerdote avrebbe pagato la somma di 20 euro per aver consumato all’interno dell’auto un rapporto orale con il ragazzo.
Le indagini sul sacerdote, iniziate proprio dal racconto del minore con cui era stato sorpreso, hanno trovato conferma alle sue dichiarazioni. Dopo aver ricevuto il via libera per effettuare una perquisizione, gli inquirenti hanno sequestrato immagini e video a sfondo omosessuale, alcuni autoprodotti. Numerose chat a carattere sessuale sono state trovate in suo possesso. In esse, il sacerdote forniva un’identità sempre diversa dalle altre ma mai quella corretta. Nelle chat c’erano richieste di incontri sessuali, con adulti e con minori, a pagamento e non, alcuni dei quali consumati. Tra queste, Il materiale pedopornografico, acquisito proprio nelle chat, era stato memorizzato negli smartphone di ultima generazione in possesso del religioso.