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Elezioni in Spagna: affluenza in calo. E’ la fine del bipartitismo?


I seggi sono aperti in Spagna dalle 9 di questa mattina e lo saranno fino alle 20: si vota per eleggere 350 deputati e 208 senatori. L’affluenza è in calo: degli oltre 36 milioni di spagnoli aventi diritto di voto il 36,94% si è presentato alle urne alle ore 14: un punto percentuale in meno rispetto alle elezioni politiche del 2011 (37,88%), circa quattro in meno rispetto al 2011 (40,46%). Queste elezioni rappresentano un punto di svolta per il sistema politico ed istituzionale spagnolo: stando agli ultimi sondaggi, infatti, nessun partito otterrebbe la maggioranza dei seggi in Parlamento e, per la prima volta nella storia spagnola, si dovrebbe ricorrere ad un governo di coalizione.

Dal 1975 si sono alternati al Governo popolari e socialisti, ma tale alternanza è oggi messa in forte discussione dall’affermazione di due partiti anti-sistema: Podemos a sinistra e Ciudadanos a destra. Secondo le ultime rilevazioni, il Partito Popolare del premier Mariano Rajoy sarebbe in vantaggio, attestandosi a poco più del 26%. Per il secondo posto si delineerebbe invece un testa a testa tra il Partito Socialista di Pedro Sanchez e Podemos di Pablo Iglesias: entrambi intorno al 20% delle preferenze. Appare più staccato il movimento guidato da Albert Rivera: Ciudadanos raggiungerebbe il 16%. Se questi fossero i risultati ufficiali, il Partito Popolare otterrebbe tra i 110 e i 115 seggi della Camera: un numero ben al di sotto dei 176 deputati che garantirebbero una maggioranza assoluta in Parlamento, decretando la fine del bipartitismo in Spagna e la necessità di un governo di coalizione.