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Brunei, il sultano vieta il Natale. Chi festeggia rischia il carcere

BRUNEI – Hassanal Bolkian, sultano 67enne dello stato del Brunei, nel sud-est asiatico, ha deciso che quest’anno chi sarà sorpreso a festeggiare il Natale sarà arrestato e condannato fino a 5 anni di carcere. Nel piccolo stato sarà vietato, secondo quanto riporta il Daily Telegraph, “indossare simboli come croci, accendere candele, addobbare alberi di Natale, cantare inni religiosi o mandare auguri, montare decorazioni”. Questa non è la prima iniziativa del monarca volta a difendere la legge islamica. L’anno scorso, infatti, ha introdotto la Sharia, la severa legge coranica. Così facendo, sono state introdotte pene come la lapidazione, la flagellazione e l’amputazione.

Il sultano, benché forte difensore delle tradizioni della sua terra, ha dimostrato in più occasioni di apprezzare il mondo occidentale, in particolare alcuni suoi lussi. La sua iniziativa quindi non deve essere interpretata come un “affronto” al Natale, infatti questa legge si riferisce solo ai mussulmani nel Brunei. Il resto della popolazione (circa il 35%) se desidera può festeggiare il Natale, rispettando i due vincoli posti dal sultano. Il primo, per evitare fraintendimenti, è quello di comunicare tale intenzione alle autorità. Con il secondo ha disposto che la celebrazione del Natale avvenga all’interno della comunità non-mussulmana. Secondo quanto riferito dal Ministero degli Affari Religiosi, l’obiettivo è “evitare danni alla credenze della comunità musulmana”.

La decisione del sultano è volta a preservare il credo mussulmano, che sembra essere minacciato dai simboli tipici di questa festività. Il provvedimento non si riferisce solo al Natale: ad ogni celebrazione non legata all’Islam verrà imposto lo stesso divieto. “Alcuni pensano che possa trattarsi di un tema frivolo – ha dichiarato il governo del sultano – Ma in quanto musulmani dobbiamo bandire le celebrazioni religiose di altre fedi per non contaminare la fede islamica”. Alcuni sudditi però hanno già avviato una rivolta sui social dove chiedono di poter festeggiare il Natale pubblicamente, in piena libertà.