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Guerre Stellari, da successo a maledizione: la sorte degli attori

Dal successo assoluto al baratro più oscuro, il passo è stato breve per la “vecchia guardia” di “Guerre Stellari”, il kolossal fantascientifico targato Disney che sta facendo incetta di incassi al botteghino con il settimo capitolo della saga, nelle nostre sale dallo scorso 16 dicembre. Come accade con “Dirty Dancing”, pare che anche su “Guerre Stellari” aleggi una sorta di maledizione che avrebbe colpito gran parte del cast artistico delle vecchie pellicole, da Carrie Fisher ad Hayden Christensen. La superstizione che regna sovrana sulle star di “Guerre Stellari” è tale da aver fatto preoccupare persino la nuova eroina del franchise disneyano, Daisy Ridley.

In una recente intervista, rilasciata in occasione dell’uscita di “Guerre Stellari VII”, Daisy Ridley ha ammesso di essere stordita da così tanto successo. La giovane, sinora sconosciuta agli Studios, potrebbe divenire la nuova diva di Hollywood così come accadde, molto tempo fa, alla star dei capitoli I, II e III della saga: Natalie Portman.
Eppure, anche la Senatrice Amidala (il ruolo impersonato dalla protagonista di blockbuster di successo come “Leon” e “Il Cigno Nero”) ha ammesso di aver vissuto momenti neri, dopo la fine della trilogia di “Guerre Stellari”. ““Star Wars” è uscito e tutti hanno pensato che fossi una pessima attrice. Ero dentro al più grande film del decennio e nessuno voleva più lavorare con me”, si è sfogata la Portman nel corso di un’intervista.

La storia, però, ha dato torto ai detrattori dell’attrice giudaica. Medesima fortuna non è toccata, infatti, al suo partner nei tre film, quell’Hayden Christensen che pure aveva reso bene su schermo i tormenti del “giovane” Sith Darth Vader. Anche il ragazzo è stato accusato di essere un interprete senza arte nè parte. Christensen ha deciso, dunque, di darsi all’agricoltura, nel vero senso del termine. L’attore, nel lontano 2009, quasi vaticinò la sua “conversione” lavorativa. “Si corre il rischio di essere etichettati e catalogati per sempre, ma come si fa a dire di no a un ruolo così, alla fama istantanea e allo stipendio immediato? Non ero ingenuo – spiegò Christensen – Semplicemente mi sembrava una grande occasione da cogliere“.

Risaputa è la sfortunata serie di eventi che colpì l’attore Jake Lloyd, che nel primo film di “Guerre Stellari” vestì i panni di Anakin Skywalker da bambino. Lloyd, che attualmente fa il doppiatore, fu bullizzato da bambino per via della sua partecipazione alla saga cinematografica che pure gli regalò tanta popolarità. “Tutto il mio periodo scolastico è stato un vero inferno – ha spiegato l’attore – Avevo fino a 60 interviste al giorno, gli altri bambini erano molto cattivi con me, ogni volta che mi vedevano imitavano il suono della spada laser. Era una follia. Non sopportavo più le telecamere”.

La sorte più avversa, però, toccò proprio ai due fratelli Skywalker – Carrie Fisher e Mark Hamill – praticamente penalizzati dalle loro interpretazioni nelle leggendarie pellicole che vantavano la mano “magica” di George Lucas. Mark Hamill, oggi irriconoscibile, rischiò addirittura di perdere la vita in un incidente stradale. “Era veramente grave – raccontò la sua collega sul set Carrie Fisher – Per miracolo i suoi denti non si sono rotti o scheggiati. Per il naso però hanno dovuto recuperare un pezzo di cartilagine dall’orecchio”. La stessa Fisher finì in una spirale di droga ed eccessi dopo aver impersonato la principessa Leila. Tanto efficace risultò la sua interpretazione in “Guerre Stellari”, tanto veloce è stato il ritorno a terra per la bella attrice. “L’acconciatura ridicola della principessa mi ha rubato l’identità“, si è sfogata la Fisher, che alla sua più giovane collega Ridley ha consigliato una sola cosa: “Non accettare un costume da schiava tipo quello che indossa lei nella prima trilogia”, ha dichiarato la nuova – e speriamo più “fortunella” – eroina di “Guerre Stellari”. Che la forza – ed un’abbondante dose di buona sorte – siano con lei.