Il “Das” veniva prodotto dalla ditta Adica Pongo di Lastra a Signa, provincia di Firenze, chiusa nel 1993. La pasta modellabile era allora usata come strumento di insegnamento nelle scuole, da artigiani, artisti e restauratori di ceramica. La pasta veniva prodotta in Italia e poi deportato in altri paesi europei come Olanda, Inghilterra, Norvegia e Germania. All’inizio era commercializzata in polvere da unire con dell’acqua e solo dal 1976 l’amianto è stato sostituito con la cellulosa. Per coloro che possiedono ancora manufatti costruiti con il “Das”, la ricerca spiega che “questi articoli non rappresentano un rischio per la salute di chi li possiede. Viene comunque raccomandato di non rompere tali oggetti e, in particolare, di non ridurli in polvere, perché le fibre di amianto potrebbero ancora disperdersi in aria con il rischio di essere inalate”.
La ricerca è stata resa possibile grazie alla collaborazione di ex dipendenti della ditta. I ricercatori sono inoltre riusciti a reperire le fatture dell’acquisto di amianto, oggi depositate nell’Archivio di Stato di Torino insieme alla documentazione del produttore. A quei tempi non c’erano limiti per l’uso della sostanza tossica, sfruttata anche per costruire giocattoli. “I nostri risultati suggeriscono che ai pazienti affetti da mesotelioma che non riferiscono di essere stati esposti ad amianto per motivi professionali, dovrebbero essere chiesto se in passato hanno usato il ‘Das'” suggeriscono i ricercatori dello studio.